Nuovi stadi italiani: le leggi, quanto costano, a quali si sta già lavorando
Atalanta, Juventus, Sassuolo, Udinese: sono le uniche squadre di serie A ad avere uno stadio di proprietà. Quali sono le prospettive, quali i prossimi impianti ad essere costruiti? Vediamo cosa riserva il futuro.
Nuovi stadi, nuove leggi
Quello degli stadi è uno dei problemi più grandi del movimento calcistico italiano, incapace di rinnovarsi dal punto di vista commerciale anche in virtù di strutture vetuste, che non permettono di generare ricavi. Da questo punto di vista, i club di calcio italiani restano indietro anni luce non solo rispetto ai club inglesi, ma anche in confronto alla Bundesliga tedesca e a alla Liga spagnola.
L’unico campionato che resta dietro quello italiano e la Ligue 1 francese, e allora, forse, non è un caso se sono proprio i francesi ad avere le maggiori difficoltà in termini di capacità di acquisto sul mercato: solo uno stadio, quello dell’Olympique Lyon, è di proprietà fra i club top di Francia. Sono leggermente di più le società italiane che possono contare su una struttura propria: Atalanta, Juventus, Sassuolo e Udinese, quattro squadre che, come dimostrano i conti, hanno già cominciato a far fruttare gli sforzi profusi nella costruzione del loro stadio.
A rendere difficile la progettazione di nuovi impianti sportivi in Serie A sono soprattutto i tanti cavilli normativi di cui i club devono tenere conto al momento della progettazione. Da questo punto di vista però una nuova legge, entrata in vigore il 1 gennaio 2023, sembra aver ammorbidito un po’ il percorso e, si spera, dovrebbe accelerare l’iter di diverse squadre.
La nuova legge dlgs 38/2021 prevede la cessione ai club a titolo gratuito, per 99 anni, del cosiddetto diritto di superficie, una mossa che permette alle società sportive di lavorare al rafforzamento del valore patrimoniale delle strutture grazie a un intervento di restauro o ricostruzione. Un periodo di cessione così lungo dovrebbe cambiare le carte in tavola in quanto, in questo mondo, i club avranno la possibilità di poter contare su un effetto patrimoniale di prospettiva, con una possibilità molto maggiore di ricevere finanziamenti.
Gli stadi della Juventus e dell’Udinese sono stati costruiti con questa logica, ma fino ad oggi sono rimaste delle eccezioni, mentre con la nuova normativa questa tipologia di operazione dovrebbe, si spera, divenire la normalità. La cessione a titolo gratuito garantisce tutte le parti, fra cui anche i Comuni, che a fronte delle cessioni si ritrovano poi un bene rivalutato, del quale possono rientrare in possesso in caso, ad esempio, di fallimento del club.
La nuova legge sugli stadi, infine, rende più semplice la parte amministrativa strettamente legata alla costruzione o al rinnovamento degli stadi. Secondo l’iter accelerato, dopo aver terminato i passaggi che spettano alle municipalità, i club dovranno poi concentrarsi sui progetti finali, realizzati sulla base delle varie indicazioni dei comuni. Il passaggio conclusivo, subito dopo la conferenza dei servizi, è la firma dei contratti.
Bologna, Milan, Inter, Fiorentina, Cagliari: quali saranno i prossimi stadi
L’Italia ospiterà gli Europei del 2032. La candidatura italiana lo scorso luglio si è unita a quella della Turchia: i due paesi hanno deciso di unire le forze, invece di combattersi l’assegnazione, con i gironi preliminari suddivisi fra i due paesi e cinque stadi per paese coinvolti. Proprio Euro 2032 potrebbe costituire la spinta definitiva verso la costruzione, o la ristrutturazione, almeno di alcuni stadi.
In rampa di lancio ci sono senza dubbio Cagliari e Bologna. I sardi hanno già un progetto approvato dal Comune per partire aspettano solo il completamento della parte burocratica. Il Bologna, dopo aver deciso di ristrutturare il Dall’Ara, invece di costruire un nuovo impianto, aspetta il via libera finale da parte dell’amministrazione.
L’intenzione del club di Joey Saputo è quella di giocare il primo match nel nuovo impianto entro il 2027, mentre, per poter effettuare la ristrutturazione, verrà costruito un impianto nuovo, i cui costi, stimati in circa 200 milioni di euro, verrano coperti, per gran parte, dal Comune di Bologna, che resterà poi proprietario della struttura.
È una classica telenovela all’italiana, invece, quella dello Stadio Franchi di Firenze. Il presidente viola, Rocco Commisso, è pronto da anni a partire con i lavori, ma prima i paletti legati alla demolizione di alcune parti dello stadio, ritenute di interesse storico, e poi i dubbi della Commissione europea, che non è convinta di finanziare i lavori tramite Pnrr, hanno rallentato il processo di ristrutturazione, il cui costo dovrebbe aggirarsi intorno ai 150 milioni di euro.
Infine, c’è la madre di tutti i casi relativi agli stadi italiani: San Siro. Dopo un infinito tira e molla fra comune di Milano, Inter e Milan, sembra che sia rossoneri che nerazzurri abbiano deciso di abbandonare l’idea di ricostruire sull’area del Meazza. Il Diavolo sembra ormai abbia scelto l’area di San Donato, mentre l’Inter pare orientata su Rozzano.