Serie A 2020/21: diamo i voti alle venti squadre protagoniste
Giugno, tempo di pagelle non solo a scuola ma anche nel calcio: diamo i voti alle venti protagoniste della Serie A 2020/21, dall’Inter giù fino al Crotone, passando per Milan, Juventus, Atalanta ma anche per Lazio, Sassuolo e Verona. Date uno sguardo ai nostri voti e capite se siete d’accordo con noi: saremo inflessibili!
Inter: stagione top, ma le coppe…
Non possiamo che partire dai nerazzurri, chiari signori della Serie A 2020/21 avendo vinto il campionato con quattro giornate d’anticipo. Il voto non può che essere altissimo: Conte ha saputo creare un gruppo vero e unito in tutte le difficoltà, nel quale la maturazione definitiva di Barella e Bastoni e le sicurezze date da Skriniar, De Vrji e Brozovic si sono unite alla macchina da gol garantita da Lukaku e Lautaro.
Chiave di volta, la comprensione da parte di Conte dell’importanza di Eriksen, decisivo nella seconda parte di stagione. Non diamo 10 ai nerazzurri solo perché l’eliminazione in Champions League (rivelatasi peraltro col senno di poi funzionale alla conquista del campionato) brucia, così come quella in Coppa Italia, soprattutto per una semifinale di andata contro la Juve giocata davvero male dai Bauscia. Siamo curiosi di vedere il nuovo corso con Simone Inzaghi in panchina: il rimpianto sarà per la probabile partenza di una stella come Hakimi. Voto: 9.5.
Milan: finalmente il ritorno ai vertici
Primi due posti in classifica alle milanesi: da quanto non capitava? Se l’Inter targata Conte era però evidentemente programmata per vincere, il secondo posto dei Casciavit fa decisamente più notizia, viste le incertezze della stagione precedente. E invece mister Pioli è stato bravissimo a creare l’amalgama in un gruppo formato da giovanissimi (Leao, Diaz), talenti difficilmente gestibili (Hernandez e Rebic), campioni incostanti (Calhanoglu) e vecchi leoni (Ibrahimovic), portando i rossoneri al secondo posto dopo aver guidato a lungo la classifica e regalandosi pure un ottimo cammino in Europa League e in Coppa Italia. Voto: 9.
Atalanta: ormai non ci sono più parole
La Dea è ormai da anni una creatura fatta a immagine e somiglianza del suo allenatore Gasperini. I bergamaschi sono una solida realtà non solo del nostro calcio ma anche in Europa, visto che per il terzo anno di fila è stata raggiunta la qualificazione alla Champions League. I nerazzurri sono la squadra che segna di più (90 gol nella Serie A 2020/21) e gioca meglio, riuscendo a valorizzare al massimo campioni come Muriel, Zapata e Gosens e anche a sopperire a burrascosi addii come quello del Papu Gomez. Peccato solo un avvio di stagione diesel, altrimenti avrebbe potuto anche dire la sua per il titolo. Voto: 8.5.
Juventus: la classica stagione di transizione
Non è stata una stagione memorabile, per la Juventus. La decisione coraggiosa di affidarsi a un esordiente assoluto come Andrea Pirlo in panchina per tentare l’assalto al decimo scudetto di fila non si è rivelata azzeccata già da metà campionato, e anche il cammino in Champions League, con l’eliminazione per mano del Porto, è stato deludente. Certo, è arrivata la Coppa Italia, ma una qualificazione alla Champions raggiunta solo all’ultima giornata è il minimo sindacale per la Vecchia Signora, e le incertezze tattiche e la sensazione di poca unità nello spogliatoio sono state palpabili per i bianconeri, che infatti ripartiranno l’anno prossimo con Allegri. Voto: 6.
Napoli: si poteva fare di più
Il Napoli era partito con grandi speranze e con l’idea di disputare una stagione da protagonista. Il potenziale c’era tutto: la grinta di Gattuso in panca, il talento dei vari Mertens, Insigne, Zielinski, una squadra solida e rodata. E invece, la stagione è stata inferiore alle attese, con un cammino in Europa League conclusosi troppo presto e una semifinale di Coppa Italia che si poteva giocare meglio. Gli screzi tra Ringhio e il presidentissimo De Laurentiis e il mancato raggiungimento della Champions League hanno fatto il resto: poteva essere un 9, e invece… Voto: 6.5.
Lazio: meno bene che in passato
La Lazio ci ha abituato negli ultimi anni a stagioni di alto livello, condite da un gioco spesso spumeggiante e tra i più divertenti in Italia. Nella Serie A 2020/21, questo si è verificato in misura minore. Certo, i biancocelesti hanno centrato ancora una volta l’Europa, anche se le ambizioni erano per la Champions League (in cui si sono comportati bene, uscendo per mano del fortissimo Bayern Monaco). Il gioco è stato meno spesso brillante, a causa di un Immobile meno micidiale che in passato e di una rosa troppo corta nei momenti topici. Sempre bene il centrocampo, grazie a Milinkovic Savic e Luis Alberto, fiori all’occhiello della squadra che per l’ultima volta ha visto in panca Simone Inzaghi, passato all’Inter. Voto: 6.
Roma: rimpianti aspettando Mourinho
In casa-Roma c’è stata la consueta stagione problematica, conclusa con una qualificazione europea centrata solo all’ultima giornata e dalla “porta di servizio” della neonata Conference League, ma con tanti rimpianti per un campionato mai davvero vissuto da protagonisti. Fonseca ha idee di gioco interessanti, ma la squadra non lo ha seguito fino in fondo (da segnalare le polemiche con Dzeko) e una infermeria sempre strapiena gli ha impedito di metterle in pratica. Il più grande rimpianto rimane però una semifinale contro un Manchester United che si poteva battere. L’anno prossimo in panchina ci sarà Mourinho: sarà lui a dare la scossa? Voto: 5.5.
Sassuolo: una stagione di alto profilo
Che il Sassuolo giochi bene e sia divertente non è mai stato un segreto, così che come da tradizione sia una ottima vetrina per giovani talenti. Sotto la guida di De Zerbi, però, la Serie A 2020/21 dei neroverdi è stata davvero da incorniciare, con una qualificazione alla Conference League sfumata di un soffio dopo un finale di stagione arrembante. Insieme a capitan Berardi e a Consigli, e nonostante un Caputo più acciaccato che no, gli emiliani hanno messo in mostra talenti puri come Raspadori, Locatelli, Marlon e Djuricic. De Zerbi però se n’è andato allo Shaktar: il suo sostituto saprà essere all’altezza? Voto: 7.5.
Sampdoria: una tranquilla rotta da metà classifica
Al capitano di lungo corso Claudio Ranieri si chiedeva di traghettare la Sampdoria verso una placida salvezza più tranquilla di quella raggiunta faticosamente un anno fa. Missione ampiamente compiuta: il mister ha portato i blucerchiati al nono posto, rimettendoli dopo parecchio nella parte sinistra della classifica, grazie al suo solido 4-4-2 e all’esperienza di Candreva, dell’eterno Quagliarella e di Silva e Ekdal. In tanto mare calmo, bene l’emersione del talento di Damsgaard. Voto: 6.5.
Verona: troppo presto i remi in barca
C’è stato un momento, verso metà stagione, in cui il Verona poteva legittimamente ambire persino all’Europa League. E invece, complici i tantissimi infortuni e una rosa un po’ corta, una volta consolidata la posizione di metà classifica, i ragazzi di Juric sono andati mentalmente in vacanza, perdendo concentrazione e intensità e limitandosi a portare a casa una salvezza tranquillissima senza particolari acuti, salvo la beffa dell’1-1 che all’ultima giornata ha privato della Champions League il Napoli. Voto: 6.
Genoa: con Ballardini una salvezza sprint
Stagione a due volti, quella del Genoa. Una prima metà di annata, con Maran in panchina, in cui, complice anche il covid, le attese sono andate in gran parte deluse; una seconda parte di Serie A 2020/21 in cui invece, con Ballardini al timone, i risultati e il gioco sono arrivati, insieme a una salvezza tranquillissima e a un più che rassicurante undicesimo posto, forse addirittura sottodimensionato per una rosa che annovera Zajc, Strootman e Destro, oltre a un Pandev eterno e decisivo alla sua ultima annata in rossoblu. Voto: 7.
Bologna: ci aspettavamo qualche acuto in più
Una salvezza centrata senza problemi, un’annata tranquilla ma poco altro. Inutile aggiungere che dai ragazzi di Mihajlovic ci si aspettava qualcosa di più e che anche i tifosi ci speravano. Invece, i felsinei hanno di fatto svolto il compitino, senza incantare particolarmente dal punto di vista del gioco, eccezion fatta per Schouten in mediana e per Soriano e il solito commovente Palacio (diventato il più anziano autore di una tripletta in Serie A) davanti. Troppo incostanti invece i vari Barrow e Orsolini per incidere davvero. Voto: 5.5.
Fiorentina: non basta un super Vlahovic
Annata travagliata anche per la Fiorentina, che ha iniziato la stagione con Iachini in panca per poi sostituirlo con Prandelli e infine riportarlo al timone. Eppure, al netto di una salvezza non tranquillissima ma nemmeno al cardiopalma, il gioco della Viola è sempre stato deficitario, nonostante la qualità di una rosa composta da talenti assoluti come Ribery, da gente di classe e grinta come Castrovilli e Bonaventura e da un vero crack come Vlahovic. L’anno prossimo Gattuso deve far compiere il salto di qualità. Voto: 5.
Udinese: squadra grintosa come la “terra furlana”
Quattordicesimo posto e una salvezza più tranquilla di quanto dica una classifica che, fino a poche giornate dal termine, vedeva addirittura i bianconeri nella parte sinistra del tabellone: certo, se cercate il calcio champagne è meglio andare da un’altra parte, ma l’Udinese targato Gotti ha disputato una delle stagioni migliori degli ultimi anni, mettendo in mostra per l’ennesima volta la classe infinita di De Paul (forse destinato al Milan) e i soliti giovani di talento (Arslan, Walace, oltre all’ormai maturo Musso in porta), più decisivi in fin dei conti degli esperti Pereyra e Llorente. Voto: 7.
Spezia: una stagione da medaglia al petto
Se a inizio stagione vi avessero chiesto quale squadra indicavate come papabile per la retrocessione, al 90% ci sarebbe stato lo Spezia. E invece, i ragazzi di Italiano hanno disputato una stagione super, convincendo soprattutto con un gioco sempre propositivo e incurante del rischio di imbarcate (che pure sono arrivate), che ha portato i ponentini a prestigiose vittorie contro club più blasonati come Milan e Napoli. Nel 4-3-3 bianconero hanno spiccato soprattutto Nzola davanti e Pobega, Maggiore e Ricci in mezzo al campo. Voto: 7.5.
Cagliari: le cose Semplici sono spesso le migliori
La stagione del Cagliari ha messo in mostra, purtroppo, l’ennesimo fallimento di un allenatore che sta davvero faticando a ritrovare la bussola come Eusebio Di Francesco: con lui al timone, i sardi sono precipitati in classifica, nonostante una rosa sulla carta più che adatta al gioco d’attacco del tecnico romano. E invece, i vari Nandez, Nainggolan, Joao Pedro e Pavoletti (il “Cholito” Simeone è stato assai deludente) non hanno reso abbastanza, e ci è voluto il pragmatico 3-4-1-2 di Semplici per ritrovare la quadra e portare i casteddani a una salvezza sofferta ma meritata. Voto: 6.
Torino: una salvezza conquistata a fatica
Se il calcio fosse uno sport giusto, a livello di gioco e risultati il Torino sarebbe dovuto retrocedere. Nonostante l’impegno e la garra mostrati in panchina da Nicola, arrivato a stagione in corso per salvare una situazione che con Giampaolo era diventata drammatica, i granata hanno infatti spesso fornito prove imbarazzanti (vedi lo 0-7 col Milan e l’1-4 con lo Spezia). Per fortuna del Toro, però, non sempre il calcio è giusto, e così è arrivata una salvezza che non può certo rendere orgoglioso il Vecchio Cuore Granata. Voto: 4.5.
Benevento: le Streghe beffate da troppe ingenuità
L’avvio di stagione del Benevento di Pippo Crotalo Inzaghi era stato più che promettente, con gol e vittorie di prestigio. Man mano che la stagione andava avanti, però, sono emerse le magagne: una difesa troppo allegra, qualche ingenuità superflua in molti giocatori e un approccio forse troppo garibaldino per una neopromossa. Aggiungete le polemiche per un rigore dato al Cagliari nel match decisivo e la frittata è fatta: le Streghe torneranno in B. Voto: 5.5.
Crotone: non si poteva fare di più
Nonostante un bomber di razza come Simy e il talento di Messias, il Crotone pareva fin dall’inizio della Serie A 2020/21 come una delle squadre meno attrezzate per evitare la retrocessione. I fatti hanno dato ragione alle previsioni, anche se i pitagorici, allenati da Stroppa prima e da Cosmi poi, non hanno mai rinunciato a lottare e a crederci, nobilitando il campionato molto più di altre rivali per la salvezza. Voto: 6.
Parma: un’annata da dimenticare in fretta
Infortuni a catena, una scelta tecnica discutibile come quella di Liverani, dopo aver dato il benservito a D’Aversa (salvo poi richiamarlo per tentare un improbabile salvataggio alla stagione) che aveva guidato il gruppo con successo gli anni precedenti, un mercato a dir poco psichedelico soprattutto a gennaio, con l’acquisto di tantissimi attaccanti mentre la difesa era un colabrodo. La proprietà americana del Parma le ha sbagliate tutte quest’anno, e l’ultimo posto appare davvero come la più logica delle conseguenze. Voto: 4.