Sportivi e guai con il fisco: i casi più eclatanti negli ultimi anni

Quello degli sportivi che non pagano le tasse è un ritornello che non passa mai di moda. Sono d’altronde molte le storie di evasione fiscale che hanno riempito negli anni le prime pagine dei giornali: ecco le più incredibili.

Sportivi evasori: da Lionel Messi a Valentino Rossi

I problemi fra fisco e sportivi non hanno tempo. Nella storia dello sport troviamo, in qualsiasi epoca, dispute fra atleti ed enti di controllo fiscale, in un corto circuito che riporta sempre degli elementi che si ripetono: residenze fittizie, guadagni non dichiarati, introiti che fanno giri strani e poi ritornano, attraverso terzi, nello stesso punto dal quale erano partiti.

Negli ultimi anni, poi, si è alzata forte la polemica nei confronti degli sportivi che decidono di trasferire la propria residenza nei cosiddetti “paradisi fiscali”. Il caso più noto è quello dei tennisti: da Novak Djokovic a Daniil Medvedev, da Holger Rune a Stefanos Tsitsipas, fino al nostro Jannik Sinner, sono tutti residenti a Montecarlo, nel Principato di Monaco, dove vige un regime fiscale esentasse sul reddito personale, sul patrimonio e sulle plusvalenze.

Banconote, pallone da calcio

Sportivi e guai col fisco

Montecarlo, d’altronde, è sempre stata considerata la città di riferimento per gli atleti di sport individuali alla ricerca di un regime di tassazione favorevole. Oggi, oltre ai tennisti menzionati , ci vivono anche tante stelle della Formula 1 (Lewis Hamilton, Max Verstappen Lando Norris, Valtteri Bottas, Sergio Perez, Nico Hulkenberg). Per ottenere la residenza bisogna affittare o acquistare un appartamento, allacciare le utenze e aprire un conto con almeno 500.000 euro: semplicissimo.

Sin qui, ad ogni modo, nulla di male: ognuno ha il diritto di vivere dove preferisce, sfruttando al massimo le opportunità offerte. Diverso il caso degli atleti che, per i più svariati motivi, evadono invece le tasse. Una delle storie più note del passato recente è quella del calciatore più forte e famoso del mondo: Lionel Messi. Il campione del mondo e quattro volte Pallone d’Oro si è trovato a dover affrontare una causa con la giustizia spagnola per il mancato pagamento di circa 4 milioni di euro legati ai suoi diritti d’immagine.

Condannato dalla Corte Suprema Spagnola, Messi ha saldato il suo debito e pagato una multa da 285.000 euro per evitare i 21 mesi di prigione che gli erano stati comminati. Il suo era stato un caso di evasione dalla costruzione tecnica molto complessa. Il numero 10 argentino aveva infatti trasferito i suoi diritti di immagina a una società del Belize, intestata a sua madre.

Poco dopo, la stessa società aveva ceduto i diritti a un’altra impresa, stavolta intestata al padre, con sede in Inghilterra, e quest’ultima impresa aveva firmato dei contratti con società aventi sede in Uruguay e Svizzera, due paesi nei quali non viene richiesto dalle autorità fiscali di dover giustificare la provenienza del denaro. Insomma, un grande garbuglio.

Un caso più antico, ma che è passato agli annali della cronaca italiana, è quello dell’amatissimo Valentino Rossi. Nell’agosto del 2007, l’Agenzia delle Entrate gli contestò il mancato pagamento di tasse pari a 60 milioni di euro. Il nove volte campione del mondo di motociclismo, l’unico della storia ad aver trionfato in quattro categorie differenti, viveva all’epoca a Londra e a suo carico vennero riscontrate delle irregolarità rispetto a quanto veniva dichiarato nel Regno Unito, e quanto invece in Italia, paese dove “Il Dottore” passava comunque moltissimo tempo.

Il caso si chiuse con un patteggiamento. Rossi pagò 35 milioni di euro, riportò la sua residenza fiscale in Italia e spiegò come ad essere responsabili dello spiacevole disguido fossero i suoi manager dell’epoca, con cui interruppe immediatamente la collaborazione.

Vizi ed evazsione fiscale, non solo Becker

Manny Pacquiao, uno dei più grandi pugili della storia, primo boxeur a conquistare otto titoli mondiali in otto differenti categorie di peso, è anche uno degli sportivi con i più grandi casi di evasione fiscale a suo carico. Il governo filippino gli contestò nel 2013 il mancato pagamento di tasse pari a 50 milioni di dollari, mentre gli Stati Uniti ritengono che il pugile filippino debba versare all’IRS statunitense 18 milioni. Pacquiao si è difeso, vincendo, in tribunale, ma i casi sono ancora aperti.

Anche Neymar, grande talento del calcio brasiliano, è ormai abituato alle cause per evasione. È stato accusato dalle corti di giustizia in Brasile di dover versare 50 milioni di dollari (situazione poi sanata). Quindi si è trovato coinvolto, in un caso ancora aperto, da un contenzioso con le autorità spagnole, che ritengono abbia evaso oltre 35 milioni di euro di commissioni versategli nel suo passaggio dal Barcelona al Paris Saint Germain.

Infine, Boris Becker, che fra investimenti sbagliati, bancarotte, passione per il poker e diversi altri vizi e sregolatezze, ha infilato anche un caso di evasione a causa del quale, dopo aver nascosto al fisco tedesco 2 milioni e mezzo di euro, si è fatto anche otto mesi di prigione.

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