Tour de France 2019 al via: percorso e favoriti della Gran Boucle
Tutto pronto per la partenza del Tour de France 2019. Le prime tre tappe si svolgeranno in Belgio, con una cronosquadre in programma il secondo giorno. Assenti Chris Froome e Tom Dumoulin, con Thomas non al meglio, fari puntati sul giovane Bernal. Nibali al via: punta ad un successo di tappa.
Tour de France 2019: il percorso e le insidie sulla strada per Parigi
Un vero e proprio tributo al Cannibale, quello che andrà in scena al Tour de France tra sabato e lunedì. Già, perché le prime tre tappe della Grand Boucle 2019 andranno in scena in Belgio e le strade di Bruxelles sono già tappezzate di immagini di Eddy Merckx, 5 volte maglia gialla a Parigi e vero e proprio monumento di questa corsa e del ciclismo tutto. Si parte con la frazione Bruxelles-Bruxelles sabato 6 luglio e si finisce, come da tradizione, sui Campi Elisi di Parigi il 28 luglio.
In mezzo, tre settimane dove è previsto un po’ di tutto, a partire dalla cronosquadre di domenica sempre nella capitale belga. Il percorso di questo Tour è stato disegnato per favorire lo spettacolo, con grandi salite da leggenda su Pirenei e Alpi, come Peyresourde, Tourmalet, Col de Vars, Col d’Izoard e Col du Galibier. Seconda cronometro alla tredicesima frazione, quella con partenza e arrivo a Pau.
La tappa da segnare col cerchietto rosso è quella di Val Thorens, perché è la ventesima e potrebbe decidere tutto. Ma già nel corso della prima settimana ci saranno difficoltà altimetriche inusuali per il Giro di Francia, con la quinta tappa di media montagna e la sesta con arrivo in salita a La Planche des Belles Filles. E pazienza se i due grandi favoriti della vigilia, Chris Froome e Tom Dumoulin, non ci saranno. Alla fine, come si dice da queste parti, è il Tour che fa grandi i corridori e non viceversa.
Tutti i favoriti e le quote della Grand Boucle numero 106
Come detto, mancheranno quelli che fino a poche settimane fa venivano dati da tutti come favoriti principali del Tour de France. Chris Froome è caduto al Giro del Delfinato e ha dovuto subito dire addio alle speranze di fare cinquina in giallo, mentre Tom Dumoulin, reduce da un incidente al Giro d’Italia, ha dovuto subire un’operazione che gli ha fatto perdere tutte le residue speranze di recupero.
Resta il vincitore dello scorso anno, il britannico Geraint Thomas (dato a 3.75), anche se la sua condizione di forma resta un grande punto interrogativo. Anche perché si preannuncia un duello tutto interno alla Ineos (ex Sky) con il compagno di quadra Egan Bernal. Il giovane colombiano, 15esimo lo scorso anno dove correva da gregario per i suoi due capitani e favorito dai bookmaker (a 3.00), ha già vinto dominando il Giro di Svizzera due settimane fa e punta a fare il colpaccio a Parigi. Resta l’incognita della tenuta sulle tre settimane e su come verranno gestite le dinamiche interne alla squadra.
Tutti gli altri uomini di classifica correranno da outsider e proveranno a spezzare il dominio del team Ineos/Sky che dura da fin troppi anni. Tra i papabili il danese Jakob Fuglsang (6.75), giunto finalmente a completa maturità e lanciato da un ottimo Giro del Delfinato. Occhio anche ad Adam Yates (12.00), che potrà contare sul fratello Simon nel ruolo di gregario. Potrebbe anche essere l’ultima occasione della carriera di Nairo Quintana (17.00) per non rimanere un eterno incompiuto. I francesi sperano in Thibaut Pinot (19.00) e Romain Bardet (26.00): l’occasione di riportare un transalpino sul gradino più alto del podio 34 anni dopo Bernard Hinault è troppo ghiotta.
E gli italiani? Difficile che qualcuno degli azzurri possa ambire al podio finale sui Campi Elisi. Vincenzo Nibali (26.00) è uscito sconfitto dal Giro d’Italia, un po’ per aver sottovalutato Richard Carapaz, un po’ perché gli anni ormai pesano sulle spalle. Ha già dichiarato che non intende fare classifica, proverà probabilmente ad aggiudicarsi qualche frazione di alta montagna. Fabio Aru (101.00) è tornato a gareggiare al Giro di Svizzera ben figurando dopo i problemi fisici avuti nel recente passato, ma la sua tenuta sulle tre settimane è un’incognita. Per qualche frazione di montagna possiamo puntare poi sul giovane Ciccone, messosi in evidenza quest’anno al Giro d’Italia.