Speciale Euro 2024 – Germania, tra dubbi e rifondazione

Dopo l’esonero di Hansi Flick e l’arrivo in panchina di Julian Nagelsmann, la Germania sembra essersi rimessa in carreggiata e punta a giocare un Europeo 2024 da protagonista. Scopriamo i segreti della squadra.

Germania a Euro 2024: il ritorno di Kroos e le certezze

La prima cosa che ha fatto Julian Nagelsmann non appena, nell’autunno del 2023, si è seduto sulla panchina tedesca, è stata provare a convincere Toni Kroos a tornare a vestire la maglia della Germania. La missione, riuscita, ha posto le basi per una squadra che, dopo un biennio, il 2022-2023, da dimenticare, sembra pian piano essersi rimessa in carreggiata.

Grazie alla nuova vitalità del gioco di Nagelsmann, è infatti arriva nuova linfa per talenti come Jamal Musiala, Florian Wirtz e Kai Havertz. I tre ragazzi terribili della squadra tedesca sono stati fra i protagonisti delle due prestigiose vittorie della Mannaschaft su Francia e Olanda nel mese di marzo, un 2 a 0 e un 2 a 1, successi arrivati dopo prestazioni convincenti e che hanno riportato la Germania nel novero delle candidate ad arrivare almeno in semifinale nell’Europeo di casa.

Euro 2024, logo nazionale tedesca

Euro 2024: la situazione della Germania

Insomma, sembrerebbe essersi messa alle spalle il peggio e soprattutto ha finalmente dato la sensazione di essere tornata squadra, una caratteristica che sembrava perduta dopo i pessimi risultati di ottobre e novembre, quando aveva portato a casa tre sconfitte da Stati Uniti, Austria e Turchia e un pareggio contro il Messico.

D’altronde, anche dal punto di vista tattico quella Germania sembra molto diversa dalla squadra che dovremmo vedere agli Europei. Superati i primissimi esperimenti di difesa a tre e i tentativi, disastrosi, di reinventare Havertz come esterno sinistro a tutta fascia, Nagelsmann è tornato a un solido 4-2-3-1 che, a meno di sorprese, rivedremo anche ai campionati continentali del prossimo giugno.

L’asse su cui il tecnico ex Bayern e Hoffenheim sembra voler puntare include Ter Stegen, Rudiger, Kroos, Gundogan, Kimmich e poi, appunto, il terzetto composto da Musiala, Havertz e Wirtz. Presi singolarmente, stiamo parlando di giocatori di livello assoluto, in termini mondiali. Se, dunque, saranno in grado di assimilare al meglio i dettami tattici che Nagelsmann sta cercando di impartire, allora il livello di pericolosità di questa selezione diventerà altissimo.

Oltre ai nomi di peso appena menzionati, infatti, il nuovo allenatore ha fatto esordire, in appena sei partite a disposizione, diversi ragazzi, da Andrich a Mittelstädt, fino a Undav, Chris Führich e Anton. Tutti giocatori giovani, ma non giovanissimi, e che potrebbero tornare molto utili nel mix di talento, esperienza e freschezza che Nagelsmann sta mettendo insieme.

Mittelstädt, difensore dello Stoccarda, si è ad esempio integrato alla grande nel gruppo e in questo momento, nel ruolo di terzino sinistro, sembra credibile poterlo vedere addirittura da titolare ad Euro 2024. Senza dimenticare giocatori come Hummels, Müller, Brandt, Goretzka, Süle, restano a disposizione e potrebbero rientrare nella rosa finale.

Il cammino della Germania a Euro 2024

La Germania è inserita nel gruppo A, considerato dagli addetti ai lavori come uno dei più squilibrati, in termini di valori potenziali, fra quelli del torneo. Insieme ai tedeschi ci sono infatti Svizzera, Scozia e Ungheria, squadre toste, che possono certamente mettere in difficoltà la Germania se in giornata di grazia, ma che a ben vedere, sulla carta, hanno valori tecnici infinitamente più bassi rispetto a Gundogan e compagni.

La Scozia, guidata da Steve Clarke, ha lasciato a casa la Norvegia di Odegaard e Haaland, classificandosi, nel suo girone, al secondo posto, dietro la Spagna. La Germania la affronta nel match che apre il torneo, il 14 giugno, alle 21, all’Allianz Arena di Monaco di Baviera e dovrà fare attenzione a non sottovalutare un gruppo che può contare sulle geometrie di Scott McTominay, centrocampista del Manchester United, così come sulla solidità del terzino del Liverpool, Andrew Robertson.

Resta, comunque, la storica sterilità offensiva scozzese, con la difesa tedesca che ha ampio margine per poter controllare le folate della Scozia. Insomma, a meno di harakiri inattesi, la Germania non dovrebbe lasciarsi impensierire.

Più complessa è la partita del 19 giugno a Stoccarda, contro un’Ungheria che, sotto la guida dell’italiano Marco Rossi, ha dimostrato, nonostante una rosa non particolarmente talentuosa, di essere un cliente difficile per tutti. È qui che la Germania, affrontando una squadra che tende a mettere l’autobus davanti alla porta e a sfruttare al meglio le pochissime occasioni a disposizione, dovrà dimostrare la sua superiorità tattica.

Infine, ecco la sfida del 23 giugno, a Francoforte, contro la Svizzera. Ormai la squadra allenata da Yakin non è più una sorpresa, ma un gruppo di giocatori molto solido, che unisce talento, esperienza e giovani molto interessanti e che può dare fastidio a chiunque.

Da Xhaka a Okafor, da Sommer ad Akanji, passando per Freuler, Ndoye, Zakaria e tanti altri, questa è una squadra da prendere con le molle e che potrebbe giocare una brutta sorpresa, soprattutto se la Germania dovesse arrivare a questo punto del girone con l’obbligo della vittoria per passare il turno.

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