Speciale Euro 2024 – Portogallo, la solita mina vagante
C’è ancora Cristiano Ronaldo, ma intorno sono cambiate molte cose. L’allenatore, innanzitutto, che ora è Martinez, ex Belgio. Tanti ragazzi sono cresciuti e reclamano spazio. Ecco le prospettive del Portogallo per Euro 2024.
CR7, croce e delizia del Portogallo
Se qualcuno pensava che con il trasferimento ai sauditi dell’Al-Nassr lo avrebbe allontanato dalla nazionale portoghese, si sbagliava di grosso. Cristiano Ronaldo continuerà a essere il condottiero del Portogallo anche agli Europei 2024, nonostante siano molti, anche fra i sostenitori della squadra allenata da Martinez, quelli che avrebbero preferito un addio ai colori verde-rossi.
Il Portogallo ripartirà dunque ancora una volta dal suo capitano dei record: 206 presenze, 128 gol con la maglia del suo paese per un CR7 che arriva in Germania dopo una stagione nella quale, al netto di quanti ritengono poco competitiva la Saudi League, ha messo a segno, sino ad ora, 43 gol in 42 partite.
Di certo c’è che i lusitani arrivano ai campionati europei di calcio 2024 dopo un percorso di qualificazione notevole. Dieci vittorie in dieci partite, trenta punti e punteggio pieno in un girone non impossibile, ma con squadre comunque rognose come Slovacchia, Bosnia e Islanda, regolate senza problemi.Le ultime due amichevoli di marzo hanno fatto registrare un bel successo contro la Svezia e un inatteso scivolone contro la Slovenia, ma si tratta, comunque, di partite da prendere con le pinze, visti gli esperimenti tattici proposti da Martinez.
In Germania i portoghesi sono stati inseriti nel gruppo F, decisamente un gruppo non impossibile, ma che comunque nasconde delle insidie che non possono essere sottovalutate. Turchia, Repubblica Ceca e Georgia sono tre squadre sulla carta inferiori al Portogallo, che può contare su un tasso tecnico elevatissimo, ma che hanno comunque individualità interessanti.
Si parte contro la Repubblica Ceca, martedì 18 giugno alle ore 21, al Leipzig Stadium di Lipsia. I cechi hanno un allenatore nuovo di zecca, Ivan Hašek, arrivato dopo le dimissioni a sorpresa di Jaroslav Šilhavý. Si sono qualificati da secondi nel girone E, tenendo fuori la Polonia. Non sembrano poter impensierire il Portogallo, ma occhio al talento di Patrick Schick, calciatore di riferimento di questa squadra, capace di risolvere le partite in qualsiasi momento.
La seconda partita del gruppo vedrà il Portogallo affrontare la Turchia allenata da Vincenzo Montella, il 22 giugno al Westfalenstadium di Dortmund. Montella ha fatto un bel lavoro con i turchi, che hanno superato da primi il loro girone e arrivano con l’ambizione di raggiungere come minimo gli ottavi. Sono sicuramente gli avversari più pericolosi del Portogallo nella prima fase, ma sono anche una squadra molto umorale, che dipende in maniera radicale dalle geometrie di Hakan Calhanoglu.
Infine, il 26 giugno a Gelsenkirchen, ecco la Georgia, che partecipa per la prima volta alla fase finale di un campionato europeo. La stella, com’è facile immaginare, è Khvicha Kvaratskhelia, mentre dietro di lui, a parte il portiere del Valencia Mamardashvili, c’è poco da sognare. Qui il Portogallo, a mano di straordinarie sorprese, dovrebbe avere vita molto facile.
Da Leao a Bernardo Silva, passando per Bruno Fernandes
In porta i giochi sembrano fatti e non ci sono spazi per le sorprese. Il titolare è il numero 1 del Porto, Diogo Costa, il cui nome peraltro è sui taccuini di mercato della grandi d’Europa, Chelsea su tutte. Dietro di lui si accomoderà il giallorosso Rui Patrício, che la porta dei lusitani l’ha difesa per ben 108 volte e che nonostante abbia perso il posto nella Roma resta la scelta più ovvia come secondo in nazionale. Infine, ecco il portiere del Wolverhampton, José Sá, un altro giocatore di grande esperienza.
Anche in difesa sembra esserci poco spazio per chiamate dell’ultimo minuto. Dentro ci sono sicuramente Rúben Dias del Manchester United, l’eterno Pepe, João Cancelo, e poi ancora António Silva, Diogo Dalot, Gonçalo Inácio, Danilo Pereira, Nuno Mendes e Raphael Guerreiro. Potrebbe entrare nel gruppo Nelson Semedo, ex Barcelona oggi ai Wolves inglesi, che ha fatto sempre bene quando chiamato in causa e sarebbe un primo ricambio affidabile qualora ci fosse qualche sulle fasce.
Il centrocampo è la zona nella quale potrebbero venire fuori delle chiamate meno scontate. Dentro ci sono senza dubbio il capitano del Manchester United, Bruno Fernandes, il giocoliere del City Bernardo Silva e il ventottenne centrale del Fulham, João Palhinha: saranno sicuramente loro i titolari dei lusitani, almeno sulla base di quanto visto nel percorso di qualificazione del Portogallo.
Dietro dovrebbero sicuramente entrare in lista Vitinha, che sta facendo molto bene al PSG, Otavio, nonostante l’autoesilio saudita, e Joao Neves, diciannovenne autore di due stagioni al top con il Benfica. Per gli altri due posti se la giocano Ruben Neves, Matheus Nunes, Jota Silva e Pedro Goncalves: tutto dipenderà dalla tipologia di profilo con il quale Martinez deciderà di completare il centrocampo.
Davanti la situazione è molto chiara. Il Portogallo ha un reparto avanzato molto completo e talentuoso e di certo in Germania ci saranno Cristiano Ronaldo, Rafael Leão, João Félix, Gonçalo Ramos e Diogo Jota. Attenzione alla sorpresa Francisco Conceição, figlio di Sergio, che da attaccante esterno, al Porto, ha fatto una bella stagione e soprattutto ha caratteristiche di rottura del gioco, con la sua fantasia dalle fasce, che potrebbero tornare molto utili a partita in corso.
Sembrano fuori dai giochi, invece, sia l’ex Milan André Silva che l’ex stellina Francisco Trincão, a testimonianza della grande abbondanza di giocatori dai quali può pescare Martinez per il reparto avanzato della nazionale portoghese.