Tutto quello che c’è da sapere sulla finale di America’s Cup
Un’imbarcazione britannica torna in finale di Coppa America a 60 anni di distanza dall’ultima volta. Ineos Britannia ha sconfitto Luna Rossa 7 a 4 e adesso sfida i campioni di Emirates Team New Zealand. Vediamo chi parte favorito.
America’s Cup 2024, una finale storica
Il team Ineos Britannia guidato dal cinque volte campione olimpico, Sir Ben Ainslie, finalmente ce l’ha fatta. L’imbarcazione britannica ha vinto la Louis Vitton Cup e sfiderà Taihoro, la barca dei campioni neozelandesi, nella finale della trentasettesima edizione della Coppa America, in programma dal 12 al 20 ottobre nelle acque al largo di Barcellona, in Spagna.
La vittoria in finale contro Luna Rossa è arrivata per 7 a 4, al termine di una serie di regate durante le quali, va ammesso, Ineos Britannia è sembrata essere sempre in controllo e molto superiore all’imbarcazione italiana.
Per Patrizio Bertelli, dunque, anche il settimo tentativo di conquistare la Coppa America va a vuoto e bisognerà adesso vedere se il “signor Prada” avrà ancora voglia di continuare a sostenere il grande progetto di Luna Rossa, per il quale intanto ha già varato, all’indomani della sconfitta, una vera e propria rivoluzione.Per la Gran Bretagna, è certo, si tratta di un evento storico. L’ultima volta che un team UK era stato in finale di Coppa America di vela era infatti il lontano 1964. All’epoca l’imbarcazione inglese Sovereign dovette inchinarsi alla diciannovesima vittoria consecutiva di quelli che all’epoca erano i dominatori assoluti della competizione, vale a dire il New York Yacht Club, che con la barca Constellation si impose con un perentorio 4 a 0 nelle acque di Newport, nel Rhode Island.
La finale contro Team New Zealand è storica anche pensando alla nascita di questa competizione, che vide la prima sfida tenersi proprio in Gran Bretagna, al largo dell’Isola di Wight, nel 1851, quando il Royal Yacht Squadron britannico perse 1 a 0 contro gli americani del New York Yacht Club.
Oggi, 173 anni dopo, è lo stesso Royal Yacht Club Squadron che andrà a provare l’impresa di portare in Gran Bretagna, per la prima volta nella storia, la coppa. Il progetto di Ben Ainslie, d’altronde, è sempre stato molto ambizioso.
Lo si capisce bene anche dal plurimo ruolo di amministratore delegato, skipper e timoniere di Ineos Britannia che il grande velista ha deciso di caricarsi sulle spalle, utilizzando al meglio le risorse messe a disposizione dal miliardario Sir Jim Ratcliffe, a capo dell’azienda chimica Ineos, sponsor della barca britannica.
I neozelandesi paiono ancora davanti
Diciamocelo chiaro e tondo: Team New Zealand sembra molto difficile da battere. Greg Dalton, CEO della squadra dal 2003 ad oggi, sembra aver costruito una barca raffinata e altamente tecnologica, senza particolari radicali nel design, ma estremamente efficace in acqua.
Taihoro, questo il nome della barca, sarà guidata nuovamente dallo skipper Peter Burling, tre medaglie olimpiche nella classe 49er nel 2012, 2016 e 2020 (un oro e due argenti) e al comando della barca neozelandese anche nella vittoriosa campagna del 2021. A differenza di tre anni fa, questa sarà affiancato al timone da Nathan Outteridge, velista australiano classe 1986, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra del 2012, che ha dimostrato grandissimo talento.
Dall’altra parte INEOS Britannia ha investito moltissimo in un’imbarcazione che sembra, dal punto di vista aerodinamico, essersi ispirata in maniera molto decisa alle vetture di formula 1, soprattutto se si vanno a studiare le complesse forme dello scafo.
La partnership con Mercedes, d’altronde, non è un segreto, così come è noto che ormai tutte le squadre collaborino ad alto livello con i team del circus automobilistico nello sviluppo della barche. Di certo Britannia fa un affidamento mai visto prima nella vela sui dati di gara e sullo studio (e sulle correzioni) che da questi dati derivano.
Si tratta quindi di una barca molto difficile da domare, con geometrie uniche e una potenza sulla carte pazzesca: lo ha già fatto vedere in finale contro Luna Rossa. Potrà poi sfruttare la grandissima esperienza di Ben Ainslie e anche la qualità di Dylan Fletcher, il campione olimpico del 49er di Tokyo 2020, al timone di Ineos Britannia in questa Coppa America.
La sfida, insomma, si preannuncia molto affascinante, con una squadra favoritissima sulla carta, quella neozelandese, ma con un team, Ineos Britannia, che arriva a questa finale dopo un percorso lunghissimo e nel quale ha spinto ogni particolare al limite, pur di riuscire a raggiungere l’obiettivo.
Per fare la storia la squadra britannica dovrà spostare questo limite ancora un po’ più in là, e allora bisognerà capire se la Louis Vuitton Cup influenzerà la squadra più in positivo, avendo portato esperienza e consapevolezza, o in negativo, facendo arrivare Britannia un po’ stanca all’appuntamento finale.