Allenatori Serie A 2024/25, tra nuovi nomi e conferme in panchina

Tredici cambi su venti squadre e quattro esordienti assoluti: un record storico per la massima competizione calcistica italiana, che si arricchisce di fascino. Vediamo in dettaglio tutte le grandi novità in panchina per la Serie A 2024/25.

Gli allenatori “esordienti” della Serie A 2024/25

La cosmogonia della panchine del campionato italiano 2024/2025 ha subito una vera e propria rivoluzione. Rispetto alla passata stagione, infatti, sono appena 7 gli allenatori confermati e ben 13 i club che hanno deciso di affidarsi a un nuovo skipper.

Si tratta di un record storico: solo nella stagione 2011/2012 si era arrivati a così tanti cambi. Quel campionato, all’epoca, lo vinse la Juventus, una squadra nella quale era appena arrivato Pirlo, scaricato dal Milan di Allegri.

Immagine di un allenatore, logo Serie A

Tutte le panchine della Serie A 2024/25

Le ragioni di tale scossa sono diverse e legate alla fine di diversi cicli (Pioli al Milan, Italiano alla Fiorentina, Juric al Torino), alla maggiore ambizione di alcuni allenatori saliti di livello (Thiago Motta, Palladino), ai cattivi risultati o allo scarso feeling fra tecnici e dirigenza (vedi i cambi alla Lazio, al Napoli, all’Udinese).

Di certo c’è che tutti questi cambi significheranno, almeno sulla carta, un campionato tatticamente molto più ambizioso, soprattutto in considerazione di alcune scelte particolarmente affascinanti di club come Juventus, Milan e Napoli, che hanno preso decisioni radicali nella nomina dei loro nuovi tecnici, così come, a un livello di ambizione leggermente più basso, lo stesso hanno fatto Torino, Monza, Bologna.

Di certo c’è che, nel mezzo delle grandi novità, dei cambi, degli scambi e dei ritorni, ai blocchi di partenza ci saranno anche quattro esordienti. Alessandro Nesta, un po’ a sorpresa, ha preso in mano il Monza di Adriano Galliani dopo l’addio di Raffaele Palladino, che in due stagioni con i brianzoli ha dimostrato grandissima ambizione e si è guadagnato la chiamata della Fiorentina.

Nesta, uno dei più grandi difensori nella storia del calcio, campione del mondo a Germania 2006, sin qui ha avuto una carriera altalenante in panchina. Dopo due stagioni, francamente ingiudicabili, alla guida del Miami FC, nella North American Soccer League, il tecnico romano ha messo insieme quattro stagioni di B con Perugia, Frosinone e Reggiana, ottenendo due ottavi posti, un esonero e l’undicesimo posto della passata stagione.

L’analisi tattica del suo calcio sottolinea una grande capacità di adattarsi al giocatori a disposizione, un modo di intendere il gioco che si avvicina molto ai dettami tecnici e di gestione del gruppo di uno dei suoi modelli, Carlo Ancelotti. Sarà la prima stagione in A anche per Cesc Fabregas, finalmente capo allenatore in solitaria dell’ambizioso Como, dopo l’esperienza in B in affiancamento al gallese Oscar Roberts, nominato tecnico per permettere allo spagnolo di rimanere in panchina anche senza patentino.

Grande curiosità invece per il nuovo corso del Torino, che ha puntato su Paolo Vanoli, tecnico che arriva al massimo campionato un po’ tardi, ma con grandi aspettative Cinquantaduenne, dopo un triennio, dal 2013 al 2016, alla guida di Under 18 e Under 19, ha fatto mezza stagione in Russia, allo Spartak Mosca, prima di passare in B, al Venezia, dove in poco meno di due stagioni, con un calcio di grande intensità e aggressività, ha riportato i lagunari, anche un po’ a sorpresa, nella massima serie.

Si sa pochissimo invece nel nuovo tecnico dell’Udinese, Kosta Runjaić. È una scelta davvero coraggiosa, e anche un po’ strana, quella della famiglia Pozzo, che dopo non aver confermato Cannavaro, fortunato artefice della permanenza in Serie A, punta tutto su questo allenatore tedesco-croato dalla carriera abbastanza anonima, in arrivo dal Legia Varsavia, dove ha vinto una coppa di Polonia, ma dal quale è stato esonerato lo scorso aprile.

Panchine Serie A 2024/24, fra ritorni e seconde chance

Non sarà solo il campionato degli esordienti, ma anche quello dei grandi ritorni. Su tutti, è il nome di Antonio Conte il più importante, con l’allenatore pugliese che è andato a sedersi sulla scottante panchina del Napoli dopo l’anno di pausa seguito al suo esonero da parte del Tottenham.

La scelta di Conte non è banale, considerata la disastrosa stagione 2023/2024 del Napoli, l’atavica antipatia fra tifosi napoletani e Juventus (di cui Conte è un simbolo) e i caratteri molto focosi del tecnico pugliese e del presidente napoletano De Laurentiis: si aspetta già il primo scambio al vetriolo fra i due.

Di certo, puntare su Conte sembra essere la decisione più corretta in un contesto che ha bisogno di una ricostruzione totale, dalle fondamenta: Conte, di ricostruzioni, se ne intende. Più sorprendente, invece, è il ritorno di Fonseca, che dopo il biennio alla Roma ha fatto un quinto e un quarto posto al Lille, un percorso positivo, ma non esattamente uno straordinario successo.

Curiosità, invece, per vedere come funzioneranno alcuni cambi di panchina interni, come ad esempio quello che ha portato Nicola dall’Empoli al Cagliari, o, ancora, l’arrivo di Italiano dalla Fiorentina, dove ha fatto un bel percorso, ma privo di successi, al Bologna, dove si misurerà con la Champions League. Occhio anche a Di Francesco, che dopo la sfortunatissima esperienza di Frosinone ha un’ennesima, forse l’ultima, chance di resurrezione a Venezia.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo con i tuoi amici!
Articoli correlati
Articoli più letti
Back to Top