Chi è Federico Cinà, il tennista prodigio definito il nuovo Sinner

La finale di marzo nel Challenger di Creta, arrivata dopo un torneo in cui ha fatto vedere di essere molto vicino al tennis d’elite, ha accesso i riflettori su un ragazzo di cui, di tempo, si dice un gran bene. Ecco perché e chi è Federico Cinà.

Cinà, il giovane tennista costruito per la vittoria

La storia di Federico Cinà è decisamente diversa da quella di Jannik Sinner. Sebbene nelle ultime settimane, complici i primi risultati positivi nel circuito del tennis seniores, i giornali lo abbiano paragonato (forse troppo rapidamente) al numero 1 del mondo, la realtà è che la storia personale dei due ragazzi è in realtà molto diversa.

Se Sinner, infatti, proviene da una famiglia che con il tennis non ha mai avuto nulla a che vedere e anche per questo, prima di passare alla racchetta, sembrava infatti destinato a una buona carriera sugli sci, per Cinà, al contrario, quello con il tennis è un rapporto nato già dai primissimi anni di vita, complice una storia familiare dal dna tennistico molto marcato.

Federico CInà

Federico Cinà, nuovo talento italiano nel tennis?

La madre di Federico, Susanna Attili, è stata infatti una giocatrice di buon livello, best ranking WTA 407 in singolare e, soprattutto, ottima doppista, con un titolo ITF vinto nel gennaio del 1993 a Helsinki in coppia con Elena Savoldi e la posizione numero 130 in classifica raggiunta nella specialità.

Anche il padre, Francesco, è stato un tennista professionista, con un best ranking ATP numero 427 e, soprattutto, il ruolo di tecnico, per molti anni, di Roberta Vinci, una delle migliori giocatrici italiane di sempre, portata a vincere tutti i tornei dello Slam da doppista e con ottimi risultati anche in singolare, su tutti la finale 2015 degli US Open contro Flavia Pennetta e il best ranking, in posizione numero 7, raggiunto nel 2016.

Insomma, Federico Cinà è un vero e proprio talento costruito in casa, un ragazzino al quale è stata messa in mano un racchetta, come ha dichiarato il padre in un’intervista recentemente, già all’età di tre anni, e che a parte una brevissima parentesi calcistica si è sempre dedicato, in maniera praticamente esclusiva, al mondo del tennis.

Di nuovo, emergono forti le differenze con Sinner, quando si pensa al percorso di crescita dei due ragazzi. Sinner, altoatesino, lasciò la casa già a 14 anni, per periodi sempre più lunghi e fino ad andarsene definitivamente quando di anni ne aveva 16, così da potersi allenare in Liguria, nella scuola di Riccardo Piatti.

Cinà, invece, che tutti chiamano “Pallino”, è sempre stato a Palermo, sotto le cure amorevoli della famiglia, allenato dal padre, insomma con una vita molto meno pressante che quella con la quale ha dovuto fare i conti, già da giovanissimo, Jannik Sinner.

Dove può arrivare Federico Cinà

La crescita di Cinà, sino ad ora, è stata costante, anche se a livello giovanile non ci sono stati, come magari successo ad altri potenziali fenomeni del tennis italiano (su tutti Gianluigi Quinzi, che poi però, purtroppo, non ha rispettato le grandi promesse di inizio carriera), dei successi stratosferici nei tornei juniores del circuito Slam.

Il massimo risultato juniores raggiunto dal ragazzo palermitano è stata la semifinale agli US Open 2023 juniores, un traguardo importante, ci mancherebbe, ma abbastanza isolato, anche perché nel frattempo ha continuato ad alternare la partecipazione a tornei giovanili, da tesserato del Circolo del Tennis e della Vela Messina, con le prime apparizioni seniores.

Proprio attraverso queste apparizioni, nei primi mesi del 2025, ha cominciato ad attirare le attenzioni del grande pubblico, mentre fra gli addetti ai lavori il suo talento era già ben noto. In questo inizio anno, infatti, Cinà ha raggiunto la finale al Challenger di Creta, battendo in semifinale l’ex top 15 e semifinalista agli Australian Open, Aslan Karatsev.

Non contento, ha sfruttato molto bene la wild card ricevuta per partecipare all’ATP 1000 di Miami, superando al primo turno l’argentino Francisco Comesaña, numero 61 del ranking mondiale, prima di perdere, in maniera comunque dignitosa (6-1, 6-4) contro un tennista esperto come il bulgaro Dimitrov.

Dimitrov, peraltro, nel torneo di Miami ha poi fatto molta strada, perdendo solo in semifinale contro Djokovic, a dimostrazione che Cinà, forse, contro un avversario meno in palla, sarebbe potuto andare anche un po’ più avanti.

Certo non bisogna dimenticarsi, quando si parla di questo tennista, che si tratta di un ragazzino che ha appena compiuto 18 anni e che quindi ha ancora davanti un lungo per corso di crescita, sia dal punto di vista fisico (letteralmente) che mentale.

Si può però già sottolineare, senza proclami, che ci troviamo davanti a un tennista moderno, al quale piace imporre il suo gioco, attaccare, anche a rischio di qualche errore, senza paura. Il rovescio a due mani, come raccontato anche dal papà-allenatore, è il suo colpo migliore, ma Cinà ha già dimostrato una buona solidità al servizio e soprattutto ottime letture tattiche.

Chiaramente, considerata la stazza (va a grandi passi verso il metro e 90 centimetri) dovrà alzare molto il livello sul fronte atletico, e non potrà mai eccellere come tennista difensivo: gli spostamenti rapidi sono un elemento sul quale si potrà lavorare, sì, ma fino a un certo punto, visto che ci sono dei limiti di coordinazione legati alla struttura fisica insormontabili.

Insomma, le premesse sono davvero eccellenti e se Cinà riuscirà a rimanere isolato dalle grandi aspettative che, ormai da diversi anni, lo circondano, allora potremmo trovarci di fronte al prossimo giocatore italiano in grado di entrare in top 10.

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