Danilo, Mario Rui, Calabria: storia dei calciatori ripudiati
Era difficile immaginare che a questo punto della stagione i due giocatori che avevano cominciato l’annata da capitani di Juventus e Milan sarebbero stati cacciati, e in malo modo. Non sono i soli: ecco i precedenti più noti.
Addii nel calcio clamorosi, tra dirigenze dalla memoria corta e bluff scoperti
65 presenze con la nazionale brasiliana, molte delle quali da capitano. 156 con la Juventus, anche in questo caso moltissime con la fascia la braccio. E poi una lunga carriera in club importanti come Porto, Real Madrid, Manchester City, una grande versatilità tecnica, che gli ha permesso di occupare ogni posizione, sia a 3 che a 4, sulla linea difensiva, e un carisma riconosciutogli da avversari e compagni.
Eppure tutto questo non è bastato a Danilo Luiz da Silva per convincere Thiago Motta e Cristiano Giuntoli: così la Juventus ha deciso, il 27 gennaio 2025, di risolvere il suo contratto con sei mesi di anticipo, nonostante un organico in grave difficoltà numerica nel reparto difensivo. Le motivazioni, a quanto pare, sono state di natura tattica: l’allenatore ex Bologna non riteneva Danilo adatto al suo calcio, soprattutto per quanto riguarda la gestione del pallone in fase di possesso.
Resta comunque la sorpresa per il trattamento riservato, un vero e proprio ripudio, a un giocatore che fino a qualche mese fa non solo era considerato un titolare inamovibile, ma anche un uomo spogliatoio fondamentale per la squadra bianconera.Un trattamento simile, ma con una storia decisamente diversa, è stato riservato a Davide Calabria dal Milan. 29 anni, ai rossoneri da sempre, sin da quando era entrato nella squadra Esordienti, ad appena 11 anni, il ragazzo di Brescia, quasi 300 partite con il Diavolo, oltre 80 delle quali da capitano, era sceso, e molto, nelle gerarchie, dopo l’arrivo di Emerson Royal nella sessione estiva di mercato.
La situazione è definitivamente precipitata con il cambio in panchina che ha portato a Milano l’ex Porto Sergio Conceicao. La relazione fra Conceicao e Calabria è infatti risultata subito difficile, a ciò si è aggiunto l’arrivo di Kyle Walker dal Manchester City per occupare la fascia destra e così la cessione è diventata, a pochi mesi dalla scadenza del contratto, praticamente inevitabile.
La differenza fra il caso Calabria e quello Danilo, però, sta nel valore del giocatore. Calabria, infatti, nonostante ottime annate con Pioli, non ha mai riscosso un apprezzamento assoluto da parte dei tifosi rossoneri, che spesso, peraltro, lo hanno anche additato come la talpa che informava i giornalisti su vicende di spogliatoio e che non lo sono mai riusciti a digerirlo nel ruolo di capitano.
Ancora più unica è la storia di Mario Rui, che con il Napoli ha giocato 227 partite in 7 stagioni e che quest’anno, però, con l’arrivo di Conte in panchina, è stato immediatamente messo fuori dal progetto.
Dopo aver rifiutato ogni destinazione possibile nella sessione estiva di mercato, il terzino portoghese, 34 anni, ha firmato la risoluzione consensuale lo scorso dicembre. Giocatore di culto, amato e odiato dai tifosi del Napoli, che lo portano comunque nel cuore, oggi ci si chiede se con lui il Napoli non sia stato troppo severo.
Forse, infatti, un’opportunità a Mario Rui poteva essere data, anche alla luce di una rosa che oggi, con gli infortuni di Spinazzola e Olivera, è rimasta molto corta sul fronte laterale sinistro. In fondo il portoghese non chiedeva molto, se non di poter continuare ad allenarsi in gruppo fino alla naturale scadenza del suo contratto, vale a dire giugno 2026.
Cessioni clamorose, non si guarda in faccia nessuno
Il trattamento riservato a Danilo non ha costituito un unicum nella storia della Juventus. Appena un anno fa infatti, alla fine della stagione 2022/2023, la coppia Giuntoli-Allegri aveva infatti mandato via, con modalità che a molti erano sembrate rasentare la vera e propria umiliazione, un altro capitano, vale a dire Leonardo Bonucci.
Messo fuori rosa a luglio 2023 in maniera molto sbrigativa dopo oltre 500 partite giocate con la Juventus, Bonucci venne trattato come l’ultimo degli appestati, un comportamento che parve allora, a prescindere da simpatie e antipatie personali per il difensore toscano, davvero poco elegante.
Recentissima è anche la cessione di Biraghi al Torino da parte della Fiorentina, un altro calciatore che, un po’ come Calabria, non è mai stato universalmente amato dai tifosi viola, ma che con la maglia della Fiorentina ha comunque messo insieme 266 presenze.
Biraghi è rimasto ai margini del nuovo progetto tecnico di Palladino, arrivato all’inizio di questa stagione in panchina al posto di Italiano, e il concomitante acquisto di Gosens gli ha praticamente precluso la possibilità di giocare titolare.
Il suo addio, diversamente da quelli elencati sin qui, è stato forse meno traumatico, ma anche nel suo caso si parla di un calciatore che, nonostante i gradi di capitano, è stato messo senza remore fuori rosa e venduto al Torino, senza rimpianti, non appena ve ne è stata la possibilità. Così come Calabria, ma diversamente da Danilo e Mario Rui, l’ex capitano viola potrà subito rifarsi in maglia granata.