Harry Maguire: perché è così bersagliato da tifosi e critica

Nel 2019 i Red Devils pagarono 87 milioni di euro per strappare Maguire al Leicester City: ancora oggi è il secondo difensore più pagato di sempre. In una spirale negativa da cui non sembra riesca a riprendersi, Maguire è l’ombra di se stesso.

Genesi di un disastro

Quando nel luglio del 2019 Harry Maguire passò dal Leicester City al Manchester United, per la cifra record di 80 milioni di sterline, non poteva certo immaginarsi che quella valutazione sarebbe diventata la sua condanna. Ancora oggi soltanto l’acquisto di Joskvo Gvardiol, passato la scorsa estate dal Red Bull Salisburgo al Manchester City per 90 milioni di euro, ha superato quello di Maguire sul mercato dei difensori centrali.

Una somma di questa portata è inevitabilmente associata a grandi aspettative. Per questo, sin dall’inizio della sua avventura in maglia United, le sue prestazioni sono state seguite con estrema attenzione da tifosi e analisti, pronti a segnalare ogni pur piccolo errore. Il verdetto, dopo cinque, difficili, stagioni, è ormai definitivo: Maguire non sembra all’altezza di quanto ci si immaginava potesse raggiungere ed è oggi un meme vivente.

Sagoma di Harry Maguire, logo Manchester United

Caso Maguire: il declino di un giocatore

I suoi errori, come quadri di Magritte, sono diventati un genere d’arte. Maguire, di fatto, si è trasformato nello zimbello dei produttori di contenuti social, che hanno riempito il web di compilation che ridicolizzano, anche bel oltre le sue reali carenze tecniche, il trentunenne difensore originario di Sheffield.

Oggi Maguire è stato declassato da Ten Hag, che gli ha tolto i gradi di capitano, e sembrava sul punto di partenza in estate: il trasferimento al West Ham, che aveva offerto 30 milioni di sterline per metterlo sotto contratto, è saltato a causa della richiesta di buonuscita di Maguire, che voleva 17 milioni per andarsene e firmare con gli Hammers. È così rimasto all’Old Trafford, appena tre presenze in stagione e relegato a quinta scelta nel ruolo di centrale, dietro Varane, Lindelof, Lisandro Martinez e l’adattato Luke Shaw, tallonato persino dal redivivo Jonny Evans, il difensore nordirlandese tornato a Manchester, a sorpresa, a otto anni di distanza.

Proprio la scelta di Shaw ha sancito la definitiva bocciatura di Ten Hag nei suoi confronti. Terzino di spinta, Shaw ha giocato solo poche partite in carriera al centro della difesa, tutte nella stagione 2022/2023, durante la quale l’allenatore olandese lo ha scelto anche in sfide delicate, come la vittoria sul Manchester City, nonostante Maguire fosse disponibile.

Sono passati tanti anni dai Mondiali di Russia 2018, quando Maguire, di colpo, divenne il difensore centrale più richiesto della Premier League. Forte nel gioco aereo, deciso nei contrasti, sorprendeva anche per la sua capacità di impostare l’azione con linee di passaggio precise. Guardiola lo aveva scelto per sostituire nel suo City la partenza di Kompany, ma il Leicester rifiutò l’offerta da 70 milioni di sterline più Otamendi e Mangala. Lo prese così Solskjaer, che lo preferì a Toby Alderweireld e a Kalidou Koulibaly del Napoli, superando la cifra spesa dal Liverpool qualche mese prima, 75 milioni di sterline, per Virgil van Dijk, un acquisto poi rivelatosi decisamente più riuscito.

Nella sua prima stagione all’Old Trafford, la 2019/2020, Maguire giocò più minuti di qualsiasi altro giocatore professionista nel calcio mondiale, 65 presenze messe insieme anche grazie all’aiuto di iniezioni antidolorifiche, che gli permisero di scendere in campo persino in condizioni non perfette. Viene nominato capitano a sei mesi dal suo arrivo allo United, con la società drammaticamente bisognosa di leadership. Da lì in poi, finisce però nel frullatore dei Red Devils. Sulla panchina passano Solskjaer, Carrick, Rangnick, Ten Hag: Maguire, da buon giocatore, si trasforma in incontenibile disastro.

La parabola discendente

Le cose per Maguire cominciano a mettersi male nell’estate del 2020. A toglierli serenità è infatti un evento che accade fuori dal campo. In vacanza sull’isola greca di Mykonos, Harry Maguire viene arrestato e trattenuto per due notti in cella, accusato di tentata corruzione, lesioni personali e violenza contro pubblico ufficiale. I tabloid parlano di una discussione finita male fuori da un bar fra il clan dei Maguire e un gruppo di ragazzi greci. Risultato: pena sospesa di 21 mesi e 10 giorni e un processo d’appello che, se tutto andrà bene, si celebrerà non prima del 2027.

Da quel momento in avanti la luce sembra spegnersi. Maguire all’inizio della stagione 2020/2021 compie due gravissimi errori contro Tottenham e Crystal Palace, si fa espellere in Nazionale, dopo appena 31 minuti, nel match con la Danimarca e dà i primi segni di nervosismo. Nonostante questo, i Red Devils si piazzano al secondo posto in Premier e l’Inghilterra raggiunge la finale dell’Europeo di casa, poi persa contro l’Italia, con Maguire titolare.

La stagione 2021/2022 è quella del definitivo declino. Le sconfitte in successione contro Leicester, Liverpool, Manchester City e Watford, con 15 gol subiti in quattro partite, fanno saltare la panchina di Solskjaer e trasmettono l’immagine di un Maguire profondamente inadeguato. Il resto è storia recente. Maguire perde il suo posto in squadra, riceve cartellini gialli a raffica, non riesce a inserirsi nel gioco impostato dal basso dell’olandese Ten Hag.

Eppure, mentre i tifosi di tutto il mondo ridono delle sue (a volte comiche) prestazioni, c’è un allenatore che continua a fidarsi di lui, ed è il mister della nazionale inglese, Gareth Southgate. L’allenatore dell’Inghilterra, infatti, continua a considerare ancora oggi Maguire un punto fermo del suo pacchetto arretrato, una testimonianza di fiducia da cui il difensore centrale potrà ripartire per provare magari, a 31 anni, a cambiare aria a gennaio, dimostrando a tutti, in nuovo club, il suo reale valore.

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