La battaglia illegale ancora irrisolta dopo la morte di Emiliano Sala

La tragedia che all’età di 28 anni, il 21 gennaio 2019, si è portata via Sala mentre era in viaggio per il Galles per unirsi ai suoi nuovi compagni di squadra, continua ad avere strascichi pesanti. Ecco cosa è successo.

Il caso Sala mostra tutto il brutto del calcio

Emiliana Sala è morto a 28 anni, intrappolato, all’inizio del 2019, sull’aereo monomotore Piper PA-46 Malibu su cui viaggiava dalla Francia e che si schiantò nella Manica a causa di un’avaria dovuta alle pessime condizioni atmosferiche. Con lui perse la vita anche il pilota cinquantanovenne David Ibbotson, troppo spesso dimenticato dalle cronache di quell’incidente.

Il viaggio, l’ultimo, di Sala, doveva essere il coronamento di una lunga gavetta per l’attaccante originario di Cululù, cittadina della provincia argentina di Santa Fe. Sala, infatti, veniva da quasi dieci anni nel calcio francese di provincia e il trasferimento in Premier League, per lui, avrebbe significato, oltre a un importante contratto pluriennale, anche la possibilità, finalmente, di misurarsi con i top mondiali e, forse, di avere finalmente una tanto desiderata chance con la maglia della nazionale Albiceleste.

Emiliano Sala

Il triste caso di Emiliano Sala

Le cose, purtroppo, sono però andate in maniera molto diversa, come ben sappiamo. Per utilizzare le parole della madre di Sala, “l’incidente aereo ci ha cambiato la vita, è la cosa peggiore che potesse capitarci. Tutta la nostra famiglia è terribilmente colpita, ci manca ogni giorno come il primo giorno”.

Ma la morte di Sala non è soltanto una storia di lacrime, emozioni, profondo dispiacere per il modo in cui un ragazzo di 29 anni è morto nel momento in cui si stava compiendo uno dei sogni di tutta una vita. No, l’incidente nel quale Emiliano Sala ha perso la vita oggi, a cinque anni e mezzo dalla tragedia, è ancora un fatto giornalistico importante per ciò che ha provocato sul fronte legale.

Le battaglie in tribunale che sono seguite al disastro aereo, infatti, oltre a risultare fastidiose dal punto di vista morale, hanno scoperchiato un pentolone ribollente di torbidi interessi, portando l’attenzione, ancora una volta, su come i trasferimenti dei calciatori nascondano spesso intrecci molto complessi di intermediazioni e accordi finanziari terzi.

Morte Emiliano Sala, il Cardiff City non va per il sottile

A riaccendere i riflettori sulla morte di Sala è stata l’ultima richiesta del Cardiff City Football Club, che lo scorso aprile ha presentato presso la giustizia francese una denuncia contro il Football Club de Nantes, chiedendo un risarcimento di 120 milioni di euro: i francesi hanno tempo fino al 23 settembre per rispondere.

La cifra, come affermato dall’avvocato del club gallese Celine Jones, è il risultato di “un’analisi approfondita” effettuata per quantificare i danni subiti dal Cardiff City a causa del mancato trasferimento di Sala, dovuta alla morte del ragazzo. La somma è stata calcolata utilizzando le informazioni di Analytics FC, una società di consulenza sportiva e raccolta dati, e due esperti finanziari, uno inglese e uno francese.

La dirigenza gallese ha deciso di intraprendere la via della giustizia ordinaria dopo che il Tribunale federale svizzero ha deciso che la Corte arbitrale dello sport (il TAS) non aveva giurisdizione per occuparsi della richiesta di risarcimento danni avanzata dal Cardiff.

Nello specifico, il Cardiff ritiene di dover recuperare quanto pagato per assicurarsi il cartellino di Emiliano Sala”, e si aspetta inoltre di essere risarcito per quelli che chiama “danni aggiuntivi per ulteriori perdite consequenziali”. La squadra del Galles nella stagione 2018/2019 venne retrocessa dalla Premier League e da allora naviga, con risultati non esattamente eccellenti, nel Championship, la seconda serie del calcio inglese.

Quando scrive di “danni aggiuntivi” e “perdite consequenziali”, il Cardiff si riferisce sia alle restrizioni sul mercato che sono state inizialmente imposte dalla FIFA dopo l’iniziale rifiuto iniziale di pagare al Nantes la prima rata della quota per l’acquisto di Sala, poi versata, da 7 milioni di sterline, che alla retrocessione sportiva.

Secondo Jones, l’avvocato gallese, infatti, se Sala avesse potuto giocare, avrebbe inevitabilmente segnato dei gol tra il gennaio e il giugno 2019 e il Cardiff sarebbe rimasto in Premier League. Una storia, evidentemente, che si incastra fra dolore, grottesco e surrealtà, ma che sta evidentemente segnando un punto importante nella casistica legale dei trasferimenti nel calcio.

Il Cardiff City Football Club, nello specifico, chiede 52,9 milioni di euro per la perdita di guadagni legata alla retrocessione, più altri 67,3 milioni di euro legati alla perdita di valore del club seguita alla discesa in Championship, che evidentemente, secondo loro, non ci sarebbe mai stata se Sala non fosse rimasto vittima dell’incidente aereo.

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