La stagione di Joao Felix e perché nessuno lo vuole
Nell’estate del 2019 sembrava potesse diventare uno dei giocatori più forti al mondo. Oggi, invece, è una specie di pacco che naviga fra prestiti e un futuro incerto. Proviamo a indagare le ragioni del fallimento inatteso di Joao Felix.
Joao Felix, dal Benfica con furore
127 milioni di euro. È la cifra che l’Atletico Madrid, cinque anni fa, pagò al Benfica per pagare la clausola rescissoria di Joao Felix e assicurarsene la prestazioni sportive. In quel momento, il fantasista originario di Viseu, una ridente cittadina nel nord del Portogallo, sembrava d’altronde il nuovo crack del calcio mondiale, un giocatore capace di fare tutto, e bene, sulla trequarti avanzata, e che scomodava paragoni eccellenti con tutti i top mondiali, da Messi a Neymar.
Qualcosa, però, deve essere andato storto se è vero che Joao Felix, da quell’estate, ha già cambiato maglia due volte e si appresta di nuovo, fra poche settimane, a rientrare all’odiata base. Odiata, sì, perché se è certo che l’Atletico Madrid su Joao Felix fece l’investimento più importante della sua storia (e il quinto più costoso di sempre del calcio mondiale), è altrettanto assodato che il rapporto fra il ragazzo e Diego Pablo Simeone, plenipotenziario dei Colchoneros, non è mai sbocciato, per utilizzare un eufemismo.
Il tecnico argentino, sulla panchina dell’Atletico dal 2011, ha dichiarato in un’intervista lo scorso novembre che Joao Felix non si è mai adattato alle richieste tattiche della squadra, soprattutto per quanto riguarda l’applicazione difensiva. Lo stesso Joao Felix, d’altronde, nei primi giorni del suo arrivo al Barcellona, aveva confermato come il problema con l’Atletico nascesse da un equivoco tattico relativo alle sue caratteristiche.In pratica il fantasista portoghese ha sempre preteso di giocare in una posizione di campo più libera e offensiva, sgravato di compiti di copertura troppo intensi. Ma questo è approccio non è mai stato digerito, né avallato, da Simeone, che da sempre vede la sua squadra come un collettivo granitico e che ha costruito le sue fortune proprio sul senso di sacrificio dei suoi giocatori, un senso di cui Joao Felix non è evidentemente molto provvisto.
Da qui nasce il primo prestito al Chelsea, un trasferimento avvenuto nel gennaio del 2023 e che sembrava potesse accontentare tutte le parti con una soluzione di prestigio. Pagato dai Blues la cifra monstre di 11 milioni di euro per un prestito di appena cinque mesi, Felix, che a Londra ha messo a segno 4 gol in 16 presenze, a fine stagione non viene però riscattato.
Il mancato affondo sul giocatore portoghese del Chelsea arriva su indicazione precisa del nuovo tecnico Pochettino che, come il connazionale Simeone, non riesce a immaginare Joao Felix in un sistema di gioco che preveda compiti difensivi complessi e la necessità fondamentale di immaginarsi in maniera più tatticamente integrata nel gruppo.
Arriva così il ritorno alla casa madre, l’Atletico Madrid, una prospettiva drammatica per Joao Felix che infatti, in ritiro con i Colchoneros, mostra un atteggiamento svogliato e incerto, suscitando peraltro le ire dei tifosi. La chiamata del Barcellona arriva così come una manna dal cielo e il portoghese, pur di andarsene, accetta una riduzione drastica del suo stipendio, che passa da 6 milioni a 400.000 euro.
L’annata azulgrana fra alti e bassi
L’inizio di questa stagione sembrava, finalmente, poter portare alla consacrazione di Joao Felix, un ragazzo che, al di là di tutte le polemiche, davvero è capace di magie straordinarie quando ha la palla fra i piedi. Arrivato in Catalogna nell’ultimo giorno di mercato, nonostante non fosse una richiesta precisa del tecnico Xavi, all’inizio si conquista il posto da titolare, sulla fascia sinistra dell’attacco, dove ha giocato 32 delle sue 41 partite stagionali.
Pronti via e segna due gol in tre partite, fra settembre e dicembre è un titolare fisso, torna a mostrare lampi di grandissima classe e il presidente del Barça, Joan Laporta, arriva a dichiarare in un’intervista che Deco, il direttore sportivo, sta già programmando la negoziazione con l’Atletico Madrid per chiudere il riscatto.
Poi però qualcosa si rompe. Xavi, da gennaio in avanti, non lo fa praticamente partire mai da titolare. Entra sempre, ma dalla panchina, per l’esattezza in quattordici nelle ventuno presenze collezionate del 2024. E anche quando è nell’undici di partenza, cosa che peraltro avviene in partite spesso di poco conto, come le due sfide di coppa ai semi-dilettanti di Barbastro e Unionista, viene comunque sempre sostituito.
Da aprile in poi Joao Felix praticamente scompare. Fa le spese della crescita esponenziale di Raphinha, che si è preso il posto nella parte sinistra del reparto avanzato grazie a prestazioni di livello ma anche, soprattutto, a una maggiore regolarità di rendimento, caratteristica di cui Joao Felix non è particolarmente fornito.
Inoltre, come all’Atletico, come al Chelsea, Joao Felix sembra pagare sia la scarsa aggressività che la cronica incapacità ad associarsi con i compagni di squadra, a essere parte di un discorso tattico collettivo. La sua permanenza al Barcellona, che sembrava cosa fatta a dicembre, è così oggi sempre più incerta. Di sicuro, Joao Felix oggi non è una priorità per gli azulgrana, che sul piatto dell’Atletico Madrid non metteranno, in nessun caso, una cifra particolarmente alta per provare a trattenerlo.
Lo scenario più probabile e quindi quello di un ritorno, l’ennesimo, all’odiata corte di Simeone. Ai Colchoneros, d’altronde, Joao Felix è legato da un contratto che segna come scadenza 2029. Ma niente paura: anche in questo caso la sensazione è che per lui, quello allo stadio Metropolitano di Madrid, sarà un soggiorno molto breve, in attesa, ad appena 24 anni, dell’ennesima partenza.