La storia di Karl Malone, il postino della NBA

Karl Malone, uno dei più grandi cestisti statunitensi a non aver mai portato a casa un titolo, ha vissuto un’infanzia difficile e, anche se molti non lo sanno, avrebbe potuto vedere la sua carriera, a 20 anni, distrutta. Ecco la storia di The Mailman.

Malone, le origini dal profondo Sud

Summerfield è un paesino della Louisiana, negli Stati Uniti, abitato da meno di 300 persone. Due strade e una manciata di piccole case di legno divise da un paio di lingue d’asfalto: la Louisiana Highway 9, che dall’Arkansas si butta giù fino a Campti, nella regione di Natchitoches, e poi la LA2, che taglia la Louisiana in orizzontale, da ovest verso est.

Qui, in questo buco di mondo, è nato Karl Malone, il 24 luglio del 1963. Ultimo di nove figli, cresciuto con la madre e i fratelli in una fattoria, quello che sarebbe diventato uno dei cestiti più influenti della sua generazione e forse la più forte ala grande nella storia del basket, cresce tagliando legna, andando a pesca, e poi giocando a basket nella squadra della High School di Summerfield, che per tre anni porta al successo nel campionato regionale.

Karl Malone

La storia dentro e fuori dal campo di Karl Malone

Si vede, si vede subito, che Karl non è un ragazzino come tutti gli altri. Innanzitutto non lo è fisicamente, visto che a 15 anni è già alto 1 metro e 90 (arriverà fino a 2 metri e 6 centimetri a maturazione completata), e poi perché ha un talento unico: sul campo da basket sa fare praticamente tutto.

Malone fisicamente è incontenibile, atleticamente è straripante, nel gioco sotto il ferro è un maestro (diventerà uno specialista assoluto del post basso, un riferimento ancora oggi per i giocatori contemporanei a livello tecnico), tira bene da tutte le distanze, domina a rimbalzo, difende con grinta: la sua è una vera e propria “pallacanestro totale”.

Se ne accorgono dall’Università dell’Arkansas, ma Karl vuole restare vicino a casa, e così va a giocare con Louisiana Tech, portando i Bulldogs, nel 1984, a giocare il loro primo torneo NCAA di sempre. Dopo due anni e mezzo di basket universitario, a 22 anni, è tempo di draft. Malone, nel 1985, si presenta al mondo dell’NBA ed è convinto che la sua destinazione sarà Dallas.

Coi Mavericks, infatti, ci sono stati degli abboccamenti prima della lotteria e Malone è certo che i texani lo sceglieranno con la chiamata numero 8: è così sicuro che addirittura affitta casa a Dallas, ancora prima del draft. Le cose, però, vanno diversamente.

Dallas infatti decide all’ultimo momento di virare sul tedesco-americano Detlef Schrempf. È una di quelle sliding doors che cambiano la storia dello sport: Malone, infatti, resta libero e viene scelto dagli Utah Jazz, con la chiamata numero 13. Non lo sa ancora, ma lì, a Salt Lake City, nello stato dei deserti e dei monti, dei mormoni e del Gran Lago Salato, ci resterà per (quasi) tutta la carriera, formando con il compagno John Stockton una delle coppie più iconiche della pallacanestro, dello sport, mondiale.

Sul campo un fenomeno, nella vita decisamente meno

Quello che Karl Malone raggiunge nei suoi diciotto anni di carriera negli Utah Jazz è straordinario. Nel 1997 e nel 1999 vince il premio di MVP della NBA, per quattordici volte è selezionato per l’All Star Game, per altre quattordici entra a far parte del miglior quintetto stagionale della lega di basket più prestigiosa del pianeta.

Ancora: Karl Malone è il terzo cestista di tutti i tempi per punti segnati in NBA, 36928, dietro soltanto a LeBron James e Kareem-Abdul Jabbar e resta ancora oggi il recordman di partite iniziate in quintetto della lega. Selezionato dalla nazionale statunitense per le Olimpiadi di Barcellona e Atlanta, 1992 e 1996, ha vinto anche due medaglie d’oro, con il mitico Dream Team.

Sin qui, i successi sportivi, sui quali si potrebbe andare avanti per molto. Quello che però troppe volte viene messo da parte, quando si racconta la straordinaria carriera di Karl Malone, è che purtroppo fuori dal parquet la sua condotta non è mai stata impeccabile.

A macchiare la sua reputazione, soprattutto, alcune le sue relazioni fuori dal campo, una in particolare. Quando aveva 20 anni, infatti, Malone mise in cinta una ragazzina del suo paesino, Summerfield, che all’epoca era appena tredicenne.

Il bambino nato da quella relazione, Demetress Bell, sarebbe poi diventato, da grande, una star della NFL, ma Karl Malone non hai voluto avere niente a che fare con lui, rifiutandosi sempre e ancora oggi di incontrarlo e versando appena 125 dollari alla settimana, come previsto da una sentenza del tribunale del 1988, per il suo mantenimento, questo nonostante in carriera abbia guadagnato, solo dai contratti sportivi, oltre 100 milioni di dollari.

Insomma, se da una parte Karl Malone è stato uno dei giocatori più forti nella storia della pallacanestro NBA, dall’altra è evidente che la sua statura, purtroppo, sia cresciuta in altezza e soltanto dal punto di vista dei centimetri: per il resto, è rimasto un uomo molto piccolo.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo con i tuoi amici!
Articoli correlati
Articoli più letti
Back to Top