La straordinaria annata di Jasmine Paolini
A 28, la tennista di Lucca ha vissuto un 2024 memorabile: le grandi prestazioni a Roland Garros e Wimbledon, la vittoria al WTA 1000 di Dubai, la medaglia d’oro olimpico e tanto altro. Ecco il diario della fantastica stagione di Jasmine Paolini.
La crescita inarrestabile di Jasmine
Jasmine Paolini non avrebbe mai potuto immaginare un 2024 di questa portata. La ventottenne originaria di Castelnuovo di Garfagnana ha iniziato la stagione da numero 29 del ranking WTA e non aveva mai superato il secondo turno di uno Slam in singolare. Qualcosa, però, è cambiato sin dall’inizio della sua cavalcata, già dall’Australian Open.
A Melbourne infatti l’italiana è subito partita forte, approdando a un insperato quarto turno, battuta da Anna Kalinskaya (sì, proprio lei, la partner di Jannik Sinner). Proprio contro Kalinskaya è però arrivato uno dei momenti più belli della stagione, cioè il primo titolo WTA 1000, vinto a Dubai battendo proprio la russa per 4-6, 7-5-, 7-5 ed entrando così per la prima volta in carriera in top 15.
Sono arrivati poi quattro turni ad Indian Wells, i quarti di finale a Stoccarda, i sedicesimi a Madrid e la risalita fino al dodicesimo posto nel ranking WTA. In coppia con Sara Errani ha vinto il doppio a Roma, entrando in top 25 anche nella classifica del doppio, e poi è arrivato il sogno di Parigi.Al Roland Garros Jasmine si è fatta strada fino alla finale, sia in singolare che in doppio, un torneo incredibile per Paolini, che ha fatto la storia, anche senza riuscire a portare a casa il trofeo. Le sconfitte contro Iga Swiatek e con la coppia composta da Coco Gauff e Kateřina Siniaková non hanno infatti lasciato strascichi, tanto è vero che subito dopo è arrivato il grande momento di Wimbledon.
Prima del torneo 2024 la tennista toscana non aveva mai vinto nemmeno una partita sul prato londinese, mentre in questa edizione è stata la prima tennista dal 2016 ad andare in finale nella stessa stagione ad andare in finale a Wimbledon e Roland Garros. Un peccato, purtroppo, aver perso una sfida, quella contro contro Barbora Krejčíkova, che a un certo punto sembrava alla porta, ma dal Regno Unito Paolini è andata via entrando nella top 5 mondiale.
E poi sono arrivate le Olimpiadi. Al torneo individuale Paolini, testa di serie numero 4, è uscita al terzo turno contro la la numero 67 del mondo, Anna Karolína Schmiedlová. Nemmeno il tempo però di assorbire la delusione che insieme a Sara Errani si è aggiudicata la medaglia d’oro olimpica del doppio, dando all’Italia una soddisfazione inedita: mai il tennis aveva portato casa una medaglia dai Giochi.
La grande stagione è continuata sulla scia del doppio, con la vittoria, sembra in coppia con Errani, al China Open di ottobre, l’entrata in top ten anche nel ranking del doppio, i quarti di finale in singolare al WTA 1000 di Wuhan Open e la posizione numero 4 del mondo, eguagliando il record di Francesca Schiavone come miglior posizione di sempre di una tennista italiana.
Le recenti, sfortunate, Finals WTA, durante le quali Paolini non è riuscita a superare il girone, nonostante la vittoria nel match di apertura contro Elena Rybakina, hanno portato in dote due nuovi record. Paolini infatti è diventata la seconda giocatrice più “anziana” di sempre a debuttare alle Finals WTA (davanti a lei solo la cinese Li Na) e la prima in oltre vent’anni a riuscirci sia in singolare che in doppio.
Adesso arriva il difficile
Dopo una stagione come questa arriva la parte più complessa: confermarsi. Per una ragazza che ha cominciato a giocare a tennis quando aveva cinque anni e che, senza voli pindarici, è riuscita a emergere dopo anni di gavetta, sarà interessante adesso sfidare l’ostacolo della continuità.
Di certo l’approccio alle partite mostrato da Jasmine Paolini potrebbe risultare essere un alleato prezioso per il prosieguo della sua carriera. Più volte in questa stagione infatti la toscana ha mostrato un carattere straordinario, una convinzione unica, un click mentale a partire dal qualche ha cominciato a credere di poter competere a un livello sempre più alto.
Paolini è nata in Toscana e ha radici multiculturali, il padre infatti è lucchese mentre la madre è di origine polacca e ghanese. Di lei Sara Errani ha detto recentemente che è molto forte, e molto veloce e che il doppio l’ha aiutata a gestire il gioco e a migliore la costanza nei colpi. La speranza, adesso, è che possa confermarsi in maniera stabile al top del tennis mondiale.