Tyson Fury: fino a quando resisterà il re della boxe

La carriera del peso massimo britannico più volte è sembrata essere finita. Eppure con caparbietà, forza e un pizzico di follia, The Gypsy King è sempre riuscito a risalire la china, a dimostrare al mondo il suo eccezionale talento.

Chi è Tyson Fury: la storia fra boxe e realtà

A un certo punto la parola fine allo score da imbattuto di Tyson Fury sembrava essere stata messa lo scorso 28 ottobre a Riad. Secondo molti, infatti, il camerunense Francic Ngonnou, al suo debutto nella boxe professionistica, avrebbe meritato di vincere la sfida contro Fury, al rientro sul ring a un anno di distanza dall’incontro con Derek Chisora dell’ottobre 2022 (vinto per ko tecnico al decimo round).

I giudici, fra grandi polemiche, hanno però deciso diversamente, assegnando a Fury la vittoria ai punti, due giudici contro uno, e a nulla è servito il gancio tremendo con il quale Ngonnou, alla terza ripresa, ha mandato Fury al tappeto.

Guantoni su un ring

Tyson Fury, carriera al capolinea?

Nonostante la vittoria, che porta le statistiche di Fury a 34 vittorie in 35 incontri, con un pareggio, e che dunque lo lascia imbattuto, la sfida di Riad fa percepire, forse per la prima volta in maniera così forte, che il tempo per il pugile di Manchester sia ormai quasi scaduto. In pochi avrebbero infatti immaginato che un ragazzo all’esordio sul ring, per quanto campione UFC, avrebbe potuto mettere così tanto in difficoltà il dominatore assoluto della boxe dei pesi massimi dell’ultimo decennio.

A rinfocolare la sensazione che Fury potrebbe chiudere la carriera, se non già adesso, comunque entro la fine del 2024, è la sintesi dei suoi ultimi incontri. Le sfide contro Francis Ngannou, Dereck Chisora e Dillian Whyte non vengono infatti considerate da gran parte degli addetti ai lavori come di livello, e hanno permesso a Fury di mascherare gli acciacchi dovuti all’età e soprattutto la mancanza di reale fame agonistica.

Fury, che ha accumulato in carriera borse calcolabili, complessivamente, in almeno 350 milioni di euro non sembra avere più l’attitudine all’allenamento, fondamentale in una disciplina come il pugilato, che richiede dedizione totale per costruire una decente forma atletica. Per questo la road map pubblica stilata dal clan Fury, che dovrebbe prevedere almeno altri cinque incontri prima del ritiro, sembra abbastanza incerta al momento.

Di sicuro, Fury ha già posticipato, per due volte, la sfida con il campione WBA, WBO and IBF, l’ucraino Oleksandr Usyk. I due avrebbero dovuto incrociare i guantoni prima a dicembre (rinvio per questioni organizzative e burocratiche) quindi il 17 febbraio. Un infortunio all’occhio, da cui a quanto pare il campione inglese stenta a riprendersi, ha però cambiato nuovamente le carte in tavola: il match, a meno di ulteriori ripensamenti da parte di Fury, è adesso programmato per il prossimo 18 maggio, di nuovo Riad, in Arabia Saudita.

Da quell’incontro con Usyk, se effettivamente alla fine ci sarà un incontro, verrà fuori una reale prospettiva per il prosieguo della carriera di Fury. Usyk, infatti, è il primo pugile “vero” che The Gypsy King incontrerà negli ultimi due anni, un boxeur probabilmente meno talentuoso dell’inglese, con una potenza di fuoco limitata, ma con un jab fastidioso e continuo che gli ha permesso di costruirsi un nome rispettato nella boxe che conta. Considerazioni che vi potrebbero tornare utili per le possibili scommesse sulla boxe che verranno create su questo match.

Ritiro Tyson Fury, la tentazione di chiudere da imbattuto

L’entourage di Fury avrebbe in programma per il pugile rom due incontri con Usyk, due incontri con Joshua e poi una rivincita con Ngannou. Un piano molto ambizioso e che, seguendo il ritmo al quale il britannico ha combattuto sino ad oggi, sembra davvero irrealistico. Guardando agli ultimi cinque anni, bisogna andare fino al 2019 per trovare un’annata nella quale Fury è salito sul ring più di una volta in dodici mesi.

Insomma, Fury ultimamente ha combattuto e con avversari o di poco peso, o di poca esperienza. Per questo, immaginare che possa davvero continuare a tirare di boxe per altri due o tre anni è davvero arduo, anche in considerazione delle borse che gli incontri con Ngannou e Usyk (se effettivamente alla fine si farà) gli garantiranno: in totale, oltre 100 milioni di euro.

Frank Warren, organizzatore della sfida fra Fury e Usyk, non ha dubbi circa il fatto che l’incontro alla fine si farà. Gli addetti ai lavori, per quanto possibilisti, continuano a pensare che Fury potrebbe dare forfait all’ultimo momento e ritirarsi, stavolta in maniera definitiva, per evitare di mettere a rischio la sua legacy da imbattuto.

Di certo, il grande baillame mediatico sollevato negli ultimi mesi dalle prospettive del campione inglese dimostrano come Fury sia l’ultimo vero personaggio di uno sport in grande declino di appassionati e consensi. E attenzione perché, se alla fine Fury su quel ring, a sfidare Usyk, deciderà di salirci, si può star certi che battaglierà per la vittoria fino all’ultimo round, fino all’ultimo suono di campana.

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