Varane e non solo, chi sono i calciatori che si sono ritirati troppo presto
Il centrale francese Raphaël Varane, ex Manchester United, è solo l’ultimo degli atleti che, nel calcio, decidono di appendere gli scarpini al chiodo appena oltre i trent’anni. Ripercorriamo gli esempi più eclatanti.
Ritiro calciatori, problemi fisici e non solo
Il suo arrivo a Como era stato salutato con grandissimo entusiasmo non solo dai tifosi della squadra lariana, ma da tutti gli appassionati della Serie A. Purtroppo, però, Raphaël Varane, campione del mondo con la Francia nel 2018, vice campione nel 2022, ha dovuto arrendersi all’evidenza di un corpo ormai logoro e ad appena 31 anni, dopo l’ennesimo infortunio al ginocchio, ha deciso di chiudere la carriera.
Il suo non è un caso isolato: sono molti i calciatori che, per motivi diversi, sono spesso forzati, o forse sarebbe meglio dire “portati”, a chiudere anzitempo la loro carriera agonistica. Non sono però, appunto, tutte uguali le ragioni dietro alla decisione di mettere fine precocemente al percorso nel calcio professionistico.
Si possono infatti dividere i ritiri anticipati in due grandi categorie: quelli legati a condizioni fisiche precarie, e quelli invece più connessi a vere e proprie scelte di vita. Il caso di Varane, con il quale abbiamo aperto questo pezzo, fa parte, senza ombra di dubbio, della prima serie.Come lui, ma per problemi ben più seri e in maniera forse ancora più repentina e inattesa, c’è stato l’addio al calcio di Sergio Agüero. Il centravanti argentino, 260 gol in 390 partite con il Manchester City, 41 reti in 101 presenze con la maglia della sua nazionale, decise di ritirarsi nel dicembre del 2021, qualche tempo dopo essere arrivato al Barcelona, a 33 anni, per le conseguenze di un’aritmia cardiaca.
Sulla carte “El Kun”, avrebbe potuto fermarsi ai box qualche mese, ripetere i controlli al cuore e poi, eventualmente, rientrare in campo. Ma, su consiglio dei medici, decise, più semplicemente, di mettere la parola fine a un percorso calcistico straordinario. È vero, che Agüero, al momento del ritiro, era sì giovane (33 anni come si scriveva poco sopra) ma non giovanissimo.
Rientra però, comunque, nella categoria dei “ritirati precoci”, in quanto si tratta di un calciatore che nelle due stagioni precedenti al ritiro aveva messo a segna 29 reti in 52 presenze, arrivata dalla vittoria della Premier League e da una finale di Champions e si era trasferito al Barcellona di Messi in pompa magna, con una clausola rescissoria da 100 milioni di euro.
Un nome “forte”, anche lui ritiratosi a 33 anni, dunque non giovanissimo, ma comunque nella sorpresa degli addetti ai lavori, è quello di Claudio Marchisio. Il “Principino”, 24 anni di onorata carriera alla Juventus, chiuse con il calcio nell’estate del 2019, a pochi mesi dall’ennesimo infortunio al ginocchio che appena un anno prima lo aveva convinto a lasciare la Juve e tentare l’avventura russa allo Zenit San Pietroburgo. Oggi si disimpegna fra la carriera di ristoratore e quella di opinionista.
I calciatori che hanno smesso prima dei 30 anni
Fra i calciatori che scelgono di chiudere l’attività agonistica ci sono anche quelli che, mosche bianchissime, si ritirano addirittura da Under 30. Il caso recente più famoso di tutti è forse quello del tedesco Andrè Schurrle, uno dei talenti più cristallini del calcio dell’ultimo ventennio.
Il ragazzo di Ludwigshafen, nel sud della Germania, ha deciso di chiudere nel 2019, ad appena 29 anni, a causa della solitudine che sentiva nella sua vita di calciatore e dell’incapacità nel continuare a gestire la pressione nel calcio di alto livello.
Giovanissimo si ritirò d’altronde anche uno dei calciatori più forti della storia: Marco Van Basten. Il “cigno di Utrecht”, come lo avevano soprannominato i tifosi del Milan, chiuse a 28 anni a causa di una cartilagine della caviglia letteralmente distrutta, anche a causa di una serie di interventi chirurgici davvero poco centrati dal punto di vista medica.
Il suo è uno dei casi più tristi nella storia del calcio, perché ha privato il gioco di quello che, secondo molti, è stato il più grande centravanti puro di sempre, un numero 9 di razza, giocatore d’area di rigore, ma allo stesso tempo con dei piedi vellutati e un repertorio di colpi vastissimo.
Decisamente meno talentuoso, ma comunque interessante da menzionare in questo excursus, è il caso di Hidetoshi Nakata, inventivo centrocampista giapponese che in Italia vestì le maglie di Perugia e Roma. Nakata lasciò a 29 anni perché non riusciva a vedersi in un calcio che, parole sue, ormai era soltanto business, e così si dedica alla moda, la sua grande passione sin da quando era ragazzino.
Chiudiamo questa carrellata con un nome che magari pochi si ricorderanno, ma che è interessante includere per l’età, precocissima, dell’addio: Felice Natalino. Grande prospetto dell’Inter, l’allora tecnico dei nerazzurri Benitez lo fece debuttare in seria A ad appena 18 anni. Il suo sogno si spense però, nel 2013, quando di anni ne aveva ancora 21, complice un problema cardiaco molto importante.