Victor Wembanyama, la storia di un incredibile talento

Il giocatore degli Spurs, il più alto del campionato di basket USA con i suoi 2 metri e 23, è stato nominato difensore del mese a novembre e sta migliorando di partita in partita tutti i suoi numeri. Ecco dove può arrivare Victor Wembanyama.

Wembanyama, i primi passi verso la leggenda

Già all’inizio della sua carriera NBA Victor Wembanyama aveva fatto capire di non essere un giocatore uguale a tutti gli altri. Il ragazzo di Le Chesnay, nell’Île-de-France, la regione intorno alla capitale Parigi, si è caricato sulle spalle i San Antonio Spurs a nemmeno 20 anni e a fine stagione è diventato il sesto giocatore nella storia della National Basket Association a vincere il titolo di rookie dell’anno per verdetto unanime.

La verità è che la struttura fisica di Victor Wembanyama crea una distanza siderale fra lui e gli altri giocatori in campo. Rapido, fluido, con una mobilità irrituale per un ragazzo alto 2 metri e 23 centimetri, The Alien, come lo hanno già soprannominato i suoi tifosi, sembra molto spesso inghiottire, letteralmente, il parquet.

Victor Wembanyama

La storia di Victor Wembanyama

Diventa allora difficile fermare le ipotesi su cosa potrebbe significare per il basket Victor Wembanyama, dopo anni che hanno prodotto sì tanti ottimi giocatori, ma nessuna stella di primissima grandezza, e una serie di delusioni cocenti (vedi per esempio Zion Williamson, che alla sua quarta stagione NBA ha trovato la sua dimensione di buon cestista, ma non di fenomeno assoluto).

Wembanyama è figlio di un ex saltatore in alto e di una ex giocatrice di basket. Ha portato sulla scena del basket mondiale il suo talento di ragazzo prodigio trasformando la piccola squadra francese in cui ha giocato a 18 anni, nella sua ultima stagione europea, i Metropolitans 92, in una contendente del campionato francese, facendo registrare al piccolo palazzetto dello sport da meno di 3000 posti continui “tutto esaurito” per l’intera stagione 2022/2023.

A un certo è diventato così dominante nel campionato francese che gli avversari hanno praticamente smesso di provare a fermarlo e i paragoni hanno cominciato rapidamente a fioccare, da quelli, timidi, con Kareem Abdul-Jabbar agli altri, inevitabili, con LeBron James: è proprio LeBron, d’altronde, ad averlo definito “un alien”, dopo averlo visto giocare in due partite di esibizione a Las Vegas, nell’ottobre del 2022.

Raramente, bisogna continuare a ripeterlo, si è visto un giocatore come Wembanyama, un centro di due metri e venti che mette triple come se piovesse con entrambe le mani, una follia che, se non ci fossero migliaia di telecamere a inquadrarla, ogni singola volta che succede, sarebbe davvero difficile da credere.

Quello che spesso sorprende di questo ragazzo è la tranquillità con cui si porta addosso le aspettative, sempre grandissime, che lo circondano. Dopo aver vissuto anni molto tranquilli con la famiglia in una casetta non troppo lontana dalla reggia di Versailles, Victor, di colpo, è stato investito da una popolarità devastante, non può praticamente muoversi senza un autista e la sua guardia del corpo, vive centellinando le presenze pubbliche, che avvengono comunque, sempre, in mezzo a gruppi di fan scatenati.

Il secondo anno in NBA di Victor Wembanyama

Come ha scritto recentemente il giornalista nordamericano Sam Amick sul New York Times, commentando l’ennesima grande prestazione in maglia Spurs del francese, “il problema con Victor Wembanyama, se problema si può definire, è che le sue possibilità sembrano infinite.”

Anche in questa sua seconda stagione NBA ha infatti iniziato lì dove aveva chiuso la prima: mostrando a tutto il mondo una combinazione mai vista di fisicità e abilità tecniche. Qualche giorno fa, contro i Sacramento Kings, ha messo a segno la sua prima tripla doppia della stagione (34 punti, 14 rimbalzi e 11 assist), la terza della sua carriera statunitense, e per molti commentatori non sembrava nemmeno che stesse giocando al suo meglio.

Eletto miglior difensore del mese di dicembre, in questa stagione Wembanyama sta andando al ritmo di 23.5 punti e 10.8 rimbalzi a partita, cui aggiunge 3.8 assist e 3.4 stoppate: numeri davvero importanti e che testimoniano come la sua onnipotenza difensiva si sposi a una presenza in attacco difficile da contenere.

La sensazione è che lo vedremo sicuramente all’All Star Game (per quanto ormai ridotto a una baracconata tremenda) e che difficilmente gli si potrà soffiare il titolo di miglior difensore della lega. Resta interessante capire se sarà già pronto per portare oltre gli evidenti limiti di roster una franchigia storia, gli Spurs, che forse potrebbero aver trovato la chiave di volta per tornare vincenti.

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