Flutter, prove di trasloco con debutto alla Borsa di New York
Le strategie dei più importanti gruppi industriali cambiano, e le grandi trasformazioni sono innanzitutto finanziarie. Va letta in questa ottica la mossa di Flutter, colosso europeo dell’igaming, che ha debuttato alla Borsa di New York.
Flutter sempre più USA, anche in Borsa
Si parla tanto di globalizzazione perché è quello che viviamo da almeno un paio di decenni, ma ci sono dinamiche che essa non ha cambiato. Ad esempio, se un grosso gruppo europeo si pone l’obiettivo di entrare nel mercato di un altro continente, deve succedere prima qualcosa a livello finanziario. Nella fattispecie Flutter, colosso europeo dell’igaming, ha messo nel mirino gli Stati Uniti.Non è un mistero che il mercato del gioco online stia esplodendo in USA, e questo non poteva lasciare indifferenti big come il gruppo Flutter, che annovera al suo interno brand di respiro mondiale come PokerStars e Betfair, oltre all’italianissima Sisal che è molto forte in Europa e Nordafrica. Così, dal 29 gennaio scorso, Flutter è quotata alla Borsa di New York.
Le operazioni sono iniziate con la cancellazione della quotazione secondaria di Flutter dalla borsa irlandese, la Euronext Dublin. Rimane invece la quotazione premium sulla Borsa di Londra, il London Stock Exchange (LSE), con il simbolo ticker “FLTR”. Invece al NYSE, New York Stock Exchange, le azioni Flutter vengono negoziate con il simbolo Ticker “FLUT”. Lo step successivo sarà quello di spostare anche la quotazione primaria nella Grande Mela.
Gli USA tra elezioni e un mercato che esplode
Le ambizioni di Flutter sul mercato statunitense sono chiare e anche comprensibili, e un consolidamento finanziario a New York sarebbe base indispensabile per migliorare il profilo del gruppo, che potrebbe avere accesso a mercati e investitori anche istituzionali con capitali davvero ingenti. Non è un segreto, infatti, che molti governatori abbiano fatto la bocca alle corpose entrate per l’erario che la regolamentazione del gioco online consente.
Dall’altra parte, però, c’è una grande incognita, che si chiama “Elezioni Presidenziali”. Nel prossimo novembre gli americani saranno chiamati al voto per eleggere il nuovo presidente, ed è noto che i mercati temono una nuova vittoria di Trump. Le aggressive politiche fiscali del tycoon avrebbero un costo elevatissimo che è appunto temuto da Wall Street, ma sono equilibri difficili da prevedere, men che meno da controllare.
Il gruppo Flutter, tuttavia, segue la sua strada e fa più che bene. Peter Jackson, amministratore delegato del gruppo, considera di importanza cruciale lo spostamento sul NYSE, perché faciliterà la vita agli investitori con sede in USA. E poi non bisogna dimenticare che Flutter possiede una quota di maggioranza relativa di FanDuel, già leader del mercato statunitense delle scommesse e dei daily fantasy sports.